È ancora scontro sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Oggi la conferenza dei capigruppo ha deciso che la questione sarà votata dall'Aula del Senato il 27 novembre. Data che però è stata contestata dal Movimento 5 Stelle che vuole una procedura più rapida per far fuori subito il Cavaliere. Mancando l'unanimità, la decisione è stata sottoposta all'intera Aula di Palazzo Madama, che ha confermato la data del 27 per il voto.
"Noi insisteremo, finché non sarà calendarizzato il voto sulla decadenza di Berlusconi", ha ribadito la capogruppo del M5S, Paola Taverna, "Ora vedremo quanto è stabile il governo. Ma questo balletto è una gran presa in giro". La stessa Taverna, quando è iniziata la discussione in Aula sulla conferenza dei capigruppo ha chiesto che il voto sulla decadenza fosse immediato.
D'altro canto il Pdl è tornato a mettere in discussione la validità del voto da parte della giunta del Senato. Sotto accusa è finito Vito Crimi (M5S), che durante la seduta non aveva rinunciato a pubblicare su Facebook post denigratori nei confronti del Cavaliere. Il partito di centrodestra ha così chiesto e ottenuto la convocazione del consiglio di presidenza di Palazzo Madama per valutare la pregiudiziale prima del voto dell’Aula. Il presidente Grasso ha convocato una riunione per domani. "La questione della validità della decisione della giunta per le elezioni sulla decadenza di Silvio Berlusconi in ordine ai post del senatore Vito Crimi è totalmente inesistente sotto il profilo giuridico", sostiene però il capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda.
La scelta di votare il 27 mette comunque a rischio il governo, anche considerando che entro il 22 novembre il Parlamento dovrà esaminare la discussa legge di stabilità. Sale immediatamente sulle barricate Raffaele Fitto: "Alfano oggi ha garantito il sostegno di Berlusconi al governo e dopo poche ore il Pd ha fissato la data della decadenza al Senato: io mi chiedo le ragioni con le quali e per le quali si possa continuare con convinzione e senza far finta di nulla a sostenere un governo che aumenta le tasse ai cittadini con una legge di stabilità abbastanza discutibile che noi vogliamo profondamente modificare, e che ,è fortemente e profondamente impegnato nella decadenza del leader del suo principale partito alleato". Stesso tono quello di Daniela Santanchè che ironizza: "Apprendo dagli organi di stampa che Alfano dice che c’è l’accordo del nostro partito a sostegno del governo. Bene, è una bella notizia. Questo significa che riscriveremo la legge di stabilità, faremo la riforma della giustizia, e il 27 novembre il Pd - nostro alleato di governo - non voterà per la decadenza di Silvio Berlusconi".
"Come avevo previsto il Pd ha chiesto di calendarizzare la decadenza di Berlusconi in una data prima dell’8 dicembre. È una grande porcata. Anzi palese", commenta Saverio Romano, che lega la decisione alle primarie del Pd, come fa anche Luca D'Alessandro: "Giusto in tempo per consegnare su un piatto d’argento la sua testa, cioè quella dell’unico leader in grado di sconfiggere a più riprese la sinistra, nelle mani di Matteo Renzi, che l’8 dicembre sarà eletto a furor di popolo segretario del Partito Democratico e che avrà in regalo la straordinaria possibilità di fare una campagna elettorale praticamente senza avversari".
Daniele Capezzone fa invece notare che "con la calendarizzazione del voto sulla decadenza per il prossimo 27, il Pd colpisce a due mani: con una mano spara contro Silvio Berlusconi, e con l’altra chiede il nostro voto ad una inaccettabile manovra tutta tasse, contraria ai programmi sottoposti ai nostri elettori". "Ogni giorno che passa ci troviamo di fronte a pagine buie per la nostra democrazia.
La calendarizzazione del voto sulla decadenza di Berlusconi il 27 Novembre è una vergogna: la verità è che il Pd vuole far saltare questa alleanza per andare al voto. Se ne assuma la responsabilità davanti agli italiani", aggiunge Renata Polverini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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