L'evento del Giornale, Sallusti intervista Salvini: "Dare visione e tranquillità agli italiani"

Dalle elezioni regionali al Ponte sullo Stretto e alle elezioni americane: parla il ministro delle infrastrutture e dei trasporti

L'evento del Giornale, Sallusti intervista Salvini: "Dare visione e tranquillità agli italiani"
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Immaginare le città del futuro è fondamentale. E la politica deve fare la sua parte. Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, intervista Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. E, per farlo, parte dalla politica, dal successo del centrodestra in Liguria. "Quella di oggi una bellissima giornata di sole", esordisce Salvini. "Anche perché è stata una campagna elettorale complicata: c'era un governatore agli arresti e paginate di giornali contro il sistema ligure. C'era un voto a fine ottobre, che è abbastanza irriturale, trasmissioni televisive sulla Rai che sparavano contro l'amministrazione uscente e un'astensione che deve farci riflettere".

In Liguria - ricorda Sallusti - si giocava una partita tra l'Italia del sì e del no. "In questo ministero - risponde Salvini - mi confronto e scontro tutti i giorni con il "popolo del no". Da una parte c'è la sinistra - non vuole a tuti i costi, come nel caso del ponte sullo Stretto, che porterà lavoro in due regioni che hanno fame di lavoro. Dall'altra ci sono i no di una certa burocrazia, come nel caso di alcune sovrintendenze che, per voler tutelare un bene, portano al crollo dello stesso bene. E poi ci sono no ideologici, come quello al nucleare. Il voto di ieri è stato importante anche per tutto questo. Non dimentichiamoci che ad agosto eravamo sotto del dieci per cento e il merito del successo è in gran parte di Marco Bucci. I cittadini chiedo tranquillità e visione. Ed è quello che sto facendo: sto programmando da qui al 2032, la Tav, il ponte sullo Stretto, la Metro C di Roma e la M4 di Milano.

Bisogna conciliare gli interessi di tutti, riflette Sallusti, ricordando che il ministero ha presentato un piano al governo: "Siamo a buon punto", spiega Salvini, "ricordando che quello delle infrastrutture è un ministero fondato sui dati e che, quindi, ci vuole tempo. La riforma della governance dei porti è in lavorazione, in mano a Rixi, lo stesso la riforma delle concessioni autostradali. Alcune sono scadute da tempo e io voglio dare stabilità e tranquillità, garantendo investimenti. L'idea che abbiamo, e io sono un liberale, è che vince la miglior qualità dell'offerta, ma lo Stato deve garantire sicurezza e innovazione. L'obbligo demenziale del tutto e solo elettrico a partire dal primo gennaio 2035 è un suicidio e cercheremo di cambiare i tempi di questa strategia che sta castrando un sistema produttivo".

Snodi importanti, ma ne manca uno, nota Sallusti: quello di Firenze. "Ho visitato i cantieri autostradali e non sempre è facile perchè è un territorio da tutelare", risponde Salvini. "Ancora più ambizioso è il lavoro ferroviario perché avere un tunnel di sette chilometri che passa sotto una delle più belle città del mondo ci permetterà di spacchettare meglio il traffico. Noi, oggi, abbiamo 1200 cantieri aperti sulla rete ferroviaria e ovviamente possono provocare dei rallentamenti ma sono orgoglioso di lasciare ai nostri figli una rete ferroviaria più sicura e moderna".

E il Pnrr? "Gestiamo circa 40 miliardi, con tutto quello che ne consegue in termini di responsabilità. Conto di spendere tutto nella scadenza concordata: giugno 2026. È chiaro che alcuni ritardi non dipendono da noi, come quando si trova del gas e bisogna fermarsi. Stiamo investendo soldi sull'idrogeno e sull'elettrificazione dei porti, per esempio. Faremo tutto quello che gli italiani si aspettano da noi. I liguri dovevano già avere la Gronda perché serve per togliere traffico e inquinamento da Genova".

E poi la frecciatina: "Se in Liguria avesse vinto la sinistra oggi ne parlerebbero tutti, mentre invece è calato il silenzio". E uno sguardo agli Usa: "Una vittoria di Trump sarebbe fondamentale per risolvere i due conflitti aperti".

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