Mose, Renzi: "Fuori dalla storia negare responsabilità politiche"

Il premier chiede alla politica di addossarsi le proprie responsabilità e torna a parlare di un "Daspo" anti-corruzione

L'arrivo del presidente del Consiglio Matteo Renzi alla stazione di Napoli
L'arrivo del presidente del Consiglio Matteo Renzi alla stazione di Napoli

A Napoli ospite della Repubblica delle idee, serie di incontri organizzati dal quotidiano diretto da Eugenio Scalfari, il presidente del Consiglio è tornato a parlare dello scandalo legato al Mose, puntando l'attenzione su "una evidente responsabilità della politica" che "sarebbe fuori dalla storia" negare.

Quanto è successo a Venezia, ha detto Matteo Renzi, "riguarda tutte le parti politiche e anche il Pd", perché se è vero che "nella vicenda del Mose sono coinvolti i ladri", bisogna anche fare i conti con il fatto che "anche le guardie" hanno avuto la loro responsabilità. Il presidente del Consiglio ha ribadito la sua idea di un "Daspo" che valga anche per la politica, per tenere fuori corruttori e concussori dagli appalti pubblici.

Quello della corruzione è un problema che bisogna affrontare. Lo sa bene il premier, che però difende la scelta "consapevole e convinta" di rallentare sul fascicolo, perché se è vero che il governo è abituato "a intervenire con provvedimenti di emergenza, spesso legati all'ansia da prestazione", in questo caso si è preferito pensare a "una riforma strutturale". Venerdì arriverà un provvedimento che risponda alle raccomandazioni della Comunità europea.

Renzi ha poi giustificato gli sforzi del presidente dell'Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, che in serata ha commentato: "Non ci tengo a diventare il santo della corruzione e non credo che qualcuno abbia poteri salvifici o che qualcuno possa darglieli".

La politica

Esaurito il capitolo Mose, Renzi passa a parlare degli avversari politici. Risponde con ironia a Grillo, dicendo che il Pd "Per arrivare a quel 40,8%" ha fatto "tanti di quei brogli...". Il premier intende spendere quel risultato per "tornare a volare", perché l'Italia smetta di essere la "Cenerentola d'Europa" e parla di un Paese "in grado di portar fuori l'Europa dal pantano in cui sta".

La Rai

Il presidente del Consiglio insiste sulla funzione educatica e di servizio pubblico che la televisione deve avere, rispondendo così allo sciopero proclamato per i tagli alla Rai, per cui vorrebbe un cambio "di governance", ma soltanto "dopo un dibattito culturale".

C'è spazio per una staffilata a Berlusconi, che "ha cambiato l'Italia molto più con la sfida educativa degli anni '80, con Drive-In, che non con le politiche che ha fatto quando è andato al governo negli anni '90". Ma anche per criticare le proteste sulla chiusura di RaiWay.

538em;">"La Rai si sta attrezzando con prodotti e strumenti audiovisivi nel mondo o sta a discutere della vendita di RaiWay che era già stata programmata dal centro sinistra e poi bloccata da gasparri?".

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