Si possono mettere in comune anche il luogo di lavoro e il cibo di troppo

Si possono mettere in comune anche il luogo di lavoro e il cibo di troppo

Tutto è cominciato dalle auto. Con l'obiettivo di risparmiare un po', strizzando al tempo stesso un occhio all'ambiente. L'idea era semplice quanto geniale: condividere il mezzo di trasporto con altre persone per non essere costretti ad acquistarne uno proprio. Il car-sharing è diventato molto presto un fenomeno di massa, diffuso nelle maggiori città del mondo. Tanto che molto presto l'auto è stata seguita da un altro amatissimo mezzo di locomozione: la bicicletta. Sono nati così i servizi di bike-sharing, dei quali oggi è possibile usufruire praticamente in ogni grande città italiana. La voglia di condividere nel frattempo è cresciuta, coinvolgendo gli oggetti, i beni e i servizi più vari. L'ultimo, in ordine di tempo, è stato il carro funebre. L'idea è di un'agenzia di onoranze funebri romana che ha recentemente inaugurato un servizio che mette insieme economia e ambiente: il mezzo di trasporto non effettua mai viaggi a vuoto. Se trasporta una salma a Milano, rientra a Roma con un altro «cliente». «Per non sprecare benzina e denaro», spiegano i titolari.
Ma non finisce qui, perché anche i lavoratori, in particolare quelli precari, possono trarre beneficio dallo sharing. In questo caso a essere condiviso è il luogo di lavoro. Il cosiddetto coworking ha contagiato moltissimi liberi professionisti nel nostro Paese, che pagano una somma modesta - enormemente più bassa di quella necessaria per mantenere un ufficio - e dividono l'ambiente di lavoro, e tutte le spese connesse, con altri colleghi, spesso impegnati in attività del tutto diverse. Ma le nuove frontiere dello sharing non finiscono qui. L'esperienza degli ultimi anni ha dimostrato che tutto si può dividere, anche il cibo. Così in Germania lo scorso dicembre ha preso il via il food-sharing. Che ancora una volta pensa all'ambiente. Perché in questo caso l'obiettivo è non gettare nelle discariche tonnellate di alimenti eccedenti. Per questo, attraverso un portale web, a Berlino, Colonia, Monaco, Ludwigsburg e Chemnitz produttori, commercianti e anche comuni cittadini possono mettere a disposizione gratuitamente ciò che avanza a chi ne ha più bisogno. Sul sito le offerte sono le più varie: si va dalla pasta al riso, dai cornflakes alla marmellata.
Ma anche dormire può costare caro, specialmente quando si decide di passare qualche giorno di vacanza in una grande città come Milano. E allora arriva il bed-sharing a dare una mano al portafoglio. Anche in questo caso il motore dell'iniziativa è un sito, sul quale è possibile mettere a disposizione dei vacanzieri il divano di casa, così come un posto letto o un'intera stanza. «Per mostrare il lato ospitale della città», recita il sito che fa incontrare domanda e offerta di posti letto gratuiti.
Ancora una volta con un occhio al risparmio, in moltissime città del mondo - l'ultima arrivata è Palermo - è stato introdotto il servizio di taxi-sharing: le auto bianche possono essere condivise fra più clienti, in modo che la tariffa finale risulti sensibilmente più bassa. Il prezzo collettivo scatta quando a bordo ci sono quattro persone e consente di risparmiare senza rinunciare alla comodità propria del taxi. Ma la forma di sharing più originale è, senz'altro, quella che coinvolge le mamme.

L'iniziativa si chiama, neanche a dirlo, mamma-sharing e parte dall'idea - tutta italiana - che chiunque possa avere bisogno dell'aiuto di una figura di riferimento. Così mamme e nonni mettono a disposizione il proprio tempo, attraverso un social network, per aiutare con consigli o attività pratiche chi ne ha più bisogno nella vita quotidiana.

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