Antonio Scurati cavalca il caso e indossa i panni del martire. Ospite a "La Repubblica delle idee", lo scrittore ossessionato da Benito Mussolini è tornato sul caso del monologo sul 25 aprile saltato a "Che sarà", in onda su Rai 3, e ha colto l'occasione per rincarare la dose contro il governo per la presunta censura (omettendo la lezione di Giorgia Meloni). Ebbene, tra i tanti passaggi quantomeno discutibili, emerge una sparata d'autore:"Quando un leader politico di tale carisma, come sicuramente è la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha un seguito molto vasto, nel cui seguito da qualche parte là sotto, vista anche la storia politica da cui proviene, c'è sicuramente qualche individuo non estraneo alla violenza - probabilmente non molto equilibrato - quando il capo punta il dito contro il nemico e i giornali, o meglio i 'giornasquadristi' fiancheggiatori del governo ti mettono sulle prime pagine, con il titolo sotto 'l'Uomo di m.', ti disegnano un bersaglio intorno alla faccia. Poi magari qualcuno che mira a quel bersaglio c'è. Succede, è già successo".
Vittimismo allo stato puro, iperbolico, privo di buonsenso. Ma è il gioco delle parti. E non sorprende l'invettiva di Scurati nei confronti di un governo totalmente estraneo alla vicenda al centro dell'attenzione. L'importante, come insegna la sinistra, è trovare un appiglio per parlare di fascismo e di regime illiberale, invocando qualsiasi tipo di pericolo per la democrazia. Lo scrittore ha infatti evidenziato che gli avversari della democrazia liberale, della democrazia compiuta e matura, sono già qui, in alcuni paesi già governano: "I nemici o gli avversari della democrazia liberale non marciano su Roma, ci arrivano vincendo le elezioni. Poi erodono le basi della democrazia liberale con le riforme, a volte censurando qui o lì, ma magari attraverso una riforma costituzionale. Però noi progressisti non dobbiamo avere paura, perché la paura è la passione politica della destra sovranista".
Come una sorta di monito della Resistenza, Scurati ha invitato i presenti a non aspettarsi il ritorno delle squadracce fasciste: oggi la democrazia è in pericolo per colpa di leader e movimenti che hanno un largo seguito popolare e che ritengono superata, inetta, vecchia e corrotta la democrazia liberale. Riassumendo, la destra, secondo lo scrittore partenopeo. Non è mancato un passaggio sulle emozioni della giornata di ieri e non è mancato il piantolino contro il governo brutto e cattivo:"Si è perso il senso della democrazia in Italia, c'è il capo del governo che attacca un privato cittadino, che fa l'intellettuale, dando addosso alla persona con frasi e illazioni denigratorie.
Un intellettuale solo contro un moloch che è il governo". L'aggressione subita è una forma di violenza, ha aggiunto senza dosare le parole, rimarcando la presunta volontà denigratoria del premier Meloni nel botta e risposta di ieri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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