La sinistra ormai non ci sorprende più. In perenne difficoltà e alle prese con una campagna elettorale claudicante, è pronta a tutto pur di tentare di denigrare il governo. Il caso di Antonio Scurati, con l'annullamento del contratto Rai per il monologo sul 25 aprile da proporre a "Che sarà", ha consentito a Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e compagni vari di lanciare l'assalto a Giorgia Meloni e al suo governo. Senza nemmeno conoscere le ragioni della rottura con lo scrittore ossessionato da Mussolini, un folto elenco di soloni rossi ha puntato il dito contro il premier, invocando uno dei cavalli di battaglia: il ritorno del fascismo. O quantomeno di un regime illiberale dominato dalla censura. Delirio allo stato puro.
Una delle sparate più incredibili è quella di Debora Serracchiani. Volto di spicco della segreteria nazionale del Pd, la deputata dem ha definito la Meloni come"la mandante morale e politica di questa scandalosa censura". Non il buon gusto, ma nemmeno il buonsenso. Secondo l'ex governatrice del Friuli il premier avrebbe "la responsabilità di una cappa di regime che sta calando sull'informazione e ora anche sulla libertà di espressione del pensiero". Nemmeno una parola sulle cifre richieste da Scurati, che avrebbero fatto impallidire persino Salvador Dalì. Ma la lista delle castronerie è appena all'inizio.
"Un fatto sconcertante e inaccettabile", secondo il dem Antonio Misiani, che ha puntato il dito contro una destra che vuole solo silenziare le opinioni sgradite:"L'antifascismo va messo ai margini in nome della 'pacificazione' e del revisionismo storico. Quella imboccata dal governo Meloni è una cattiva strada, che ci porta lontano dall'Europa e dai valori scritti nella Costituzione". Sulla stessa lunghezza d'onda l'immancabile Marco Furfaro, che ha parlato dei presunti problemi di Meloni & Co. con la storia dell'Italia. Parole a caso da mettere insieme come un puzzle. Il ritornello di Telemeloni è stato affidato a Laura Boldrini: "Sappiamo bene che questa giornata crea non poche allergie, a destra, come le creano le voci autorevoli e libere tra cui quella di Scurati o di Roberto Saviano, a cui è stata annullata un'intera trasmissione".
Gli esponenti Pd sono professionisti della polemica strumentale, ma anche gli altri partiti si difendono bene. Basti pensare al grillino Sergio Costa, che ha denunciato la presunta "intimidazione inaccettabile" e l'altrettanto presunto "attacco diretto alla libertà di espressione e alla memoria storica dell'Italia". Ma attenzione, c'è chi è persino pronto a portare il caso Scurati a Bruxelles. Parliamo dell'eurodeputato di Avs Massimiliano Smeriglio, evidentemente stuzzicato dall'opportunità di guadagnare un po' di visibilità: "Che cosa è successo? Perché ad Antonio Scurati, uno scrittore di successo che ha pubblicato molti romanzi sulle nefandezze del fascismo, non viene concesso di parlare in televisione del 25 aprile? Se non arriveranno risposte lo chiederemo anche alla Commissione europea con un'interrogazione". In chiusura non possiamo non citare chi la sinistra vorrebbe guidarla da leader, ossia Maurizio Landini. Dal palco della manifestazione organizzata a Roma, il segretario della Cgil si è scatenato: "È stato oscurato [...] Quando parlo di regime quello che si è messo in movimento è l'idea di voler controllare tutto.
Non è accettabile, è un concetto che si sta estendendo".Insomma, nulla di nuovo all'orizzonte: la solita campagna denigratoria da parte di chi è convinto di poter stravolgere la realtà per rosicchiare qualche punto percentuale. Speranza vana, come sempre.
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