Stangata Tasi sulle imprese: batosta da oltre un miliardo

Altro che calo della pressione fiscale, secondo le stime della Cgia di Mestre la nuova tassa mette ulteriormente in ginocchio le attività produttive. Pagheranno soprattutto i capannoni

Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni
Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni

Roma - La Tasi si farà sentire su capannoni e negozi più di Ici e Imu. La Cgia di Mestre ha calcolato una nuova stangata sulle imprese come conseguenza dell'introduzione della nuova tassa sui servizi indivisibili. Batosta da un miliardo, come minimo, che si somma a quelle recenti e ugualmente pesanti delle riforme fiscali passate.
La stima della Cgia considera l'applicazione dell'aliquota base prevista dal governo per gli immobili strumentali, quindi l'1 per mille. Comunque, osserva il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi «è molto probabile che l'aliquota che verrà applicata su negozi, uffici e capannoni sarà ben superiore all'aliquota standard, pertanto è quasi certo che l'aumento sarà superiore al miliardo di euro da noi stimato».
Il secondo scenario preso in esame dagli artigiani di Mestre è appunto quello di un'aliquota media superiore, al 2,07 per mille. «In virtù del fatto che l'aliquota Imu media applicata a livello nazionale nel 2012 (non è ancora disponibile il dato 2013) sugli immobili destinati ad uso produttivo è stata del 9,33 per mille, si deduce che l'aliquota Tasi del 2,07 per mille costituisce, nel nostro secondo caso, il livello massimo applicabile sugli immobili strumentali». In questo caso il conto salirebbe oltre i due miliardi di euro. Per il segretario della Cgia è una «ipotesi estrema che difficilmente si verificherà».

A pagare, saranno soprattutto i capannoni, compresi quelli delle piccole e medie imprese, dai quali è atteso un gettito tra i 649 milioni di euro a 1,34 miliardi e un prelievo medio tra 557 e 1.153 euro a contribuente. I capannoni erano già stati bersaglio di un salasso quando ci fu il passaggio dall'Ici all'Imu, che «ha visto raddoppiare i costi per i proprietari», ricorda Bortolussi.
Ieri il governo ha nuovamente difeso la riforma del fisco varata con la legge di stabilità e i decreti sull'Imu. «La Tasi io penso sia un'imposta giusta, la stessa Costituzione prevede che i Comuni abbiamo imposte proprie. Dopodiché il complesso della pressione fiscale deve ridursi. Ma la Tasi è un'imposta giusta perché noi vogliamo che i comuni abbiamo le risorse necessarie», ha rivendicato il ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato. Una «partita chiusa», anche per il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta. Peccato che le amministrazioni comunali non siano soddisfatte per la nuova tassa e le relative aliquote. Il sindaco di Milano ieri ha parlato di scelte «scellerate». L'Anci continua a protestare perché i sindaci non vogliono fare gli esattori.

Sarà senza alcun dubbio una batosta, secondo il presidente della commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone che condivide l'analisi della Cgia di Mestre. «Una ragione di più - rivendica - per confermare che Forza Italia contrasta queste misure, alle quali ha già contrapposto e contrapporrà ancora proposte di veri tagli di spesa e di veri tagli di tasse». Ancora convinto che, alla fine, non si pagheranno più tasse rispetto al 2012 (rispetto al 2013 è scontato), il sottosegretario Baretta. Per quanto riguarda le famiglie, il gettito complessivo sarà di 2,3 miliardi.

Le entrate del recente aumento del tetto alle aliquote, assicura, andranno tutti alle detrazioni per le famiglie, che - assicura - «dovrebbero essere in linea con quelle che erano previste per l'Imu prima casa (2200 euro e 50 euro a figlio residente)» anche se «su questo dovranno decidere i Comuni». Partita chiusa. Anche quella sulla contestatissima mini Imu sulla prima casa, per la quale è stata ufficializzata la data per il pagamento: il 24 gennaio.

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