Chi porta il Tricolore, «raramente è un pericolo». Sulla protesta di contadini e allevatori è arrivata da Berlino la rassicurazione del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. L’esponente di Fratelli d’Italia (FdI) era nella capitale della Germania in visita alla fiera Fruit Logistica, la più importante esposizione internazionale del settore agroalimentare e logistico. Mentre i trattori si preparavano alla marcia su Roma, Lollobrigida tranquillizzava: governo e agricoltori sono «dalla stessa parte su nove punti su dieci». Niente nella piattaforma della mobilitazione fa pensare a «posizioni contro il governo» e «non c’è nessun problema con le manifestazioni democratiche». Interpellato dal Giornale a Berlino su quale sia il punto mancante, il ministro ha risposto che è «la conflittualità sulla rappresentanza» tra gli agricoltori.
L’accordo è sostanziale sui «temi concreti» come la contestazione del modello del Green Deal dell’Ue, un sistema di credito che dia fiducia alle imprese agricole, una sostenibilità che le tuteli dalla concorrenza sleale, il divieto della carne coltivata, la fiscalità equa e il costo del lavoro. Sulle «contestazioni di rappresentatività» tra gli agricoltori, per Lollobrigida l’unico modello è quello previsto dalle leggi e dalla Costituzione: chi non si ritiene rappresentato da un’organizzazione può fondarne un’altra, «non può dire che l’associazionismo come corpo intermedio deve essere cancellato». In una costellazione di sigle, il suggerimento del ministro dell’Agricoltura è lavorare «in sintonia», anche perché la condanna in blocco delle associazioni «indebolisce il mondo agricolo».
In maniera indiretta, Lollobrigida ha esortato i manifestanti a isolare quei pochi tra loro che intendono cavalcare la protesta: le posizioni di quanti sono in cerca di «notorietà» sono «faziose, farneticanti». L’esponente di FdI è tornato a rassicurare scandendo che, finché sarà ministro, il sostegno dello Stato al settore dell’agricoltura continuerà. La soluzione è nell’equità, su due direttrici: la mobilitazione efficiente delle risorse nei limiti della disponibilità di bilancio e il sostegno che possa aiutare «davvero chi ha bisogno con interventi significativi», perché finora è stato dato «poco ai poveri e più ai ricchi» tra gli agricoltori. Basta quindi a misure «orizzontali» come è stata a lungo l’Irpef per l’agricoltura. Come ha sottolineato Lollobrigida, esentare dall’imposta gli imprenditori agricoli «ricchissimi non è equo nei confronti degli altri italiani in condizioni diverse».
Allo stesso tempo, si deve fare i conti con la realtà: «I soldi non si stampano con il Monopoly». Per la crescita, si devono effettuare delle scelte dove vengono «prima i deboli e poi gli altri». Con impegno, rassicurazione e fermezza, Lollobrigida ha vinto sulle frange più estreme della protesta di contadini e allevatori. Riscatto agricolo ha, infatti, annullato la manifestazione in programma per oggi a Roma. Soltanto dieci trattori saranno in piazza San Giovanni, come simbolo della protesta. Il successo di Lollobrigida è ancor più significativo perché ha spento l’ultimatum lanciato da Andrea Papa che, a capo di Riscatto agricolo, aveva minacciato di lasciare i dieci trattori «liberi» per Roma. Per evitare il caos, è stato sufficiente che il ministro ricordasse di aver già incontrato delegazioni di agricoltori e di essere pronto a continuare a riceverle.
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