«Premesso che io non sono un fan di Raffaele Cantone, posso dire che intorno alla possibilità di accesso alle banche dati di alcune forze di polizia rispetto ad altre, registro un'intensa attività parlamentare». Maurizio Gasparri risponde al telefono ed esce dall'aula. Le parole del ministro Guido Crosetto («vogliono condizionare il governo») fanno tremare, e il senatore di Forza Italia non si nasconde. Tutto nasce dall'articolo del Domani sui rapporti di lavoro tra Crosetto e Leonardo. Per qualcuno inopportuni, non certo illeciti. «Crosetto ha svolto un'attività lavorativa lecita e compatibile con il suo ruolo, come hanno stabilito gli organismi che disciplinano questi comportamenti». E dunque, perché questo accanimento? Cosa vuol dire Crosetto? «Le sue parole mi allarmano, proprio perché conosco la sua rettitudine e la sua riservatezza per la mole di informazioni e segreti militari a cui ha giustamente accesso». Qualcuno spia e ricatta i politici? «Non lo so. Qualcuno magari ci ascolta, ci sono algoritmi che sui social ti rimandano le pubblicità di un marchio che magari hai nominato durante una telefonata, siamo in un mondo controllato, volenti o nolenti, anche la telefonata tra me e lei è tracciata. Il problema è: chi l'ha eventualmente registrata che uso ne fa?». Beh, se c'è un'indagine della magistratura... «Guardi, in questo momento la credibilità della magistratura è inferiore (a torto) solo a quella dei politici (ride...). E se poi questa nostra conversazione finisce sui giornali perché Lei, che ne so, è sotto indagine per qualche motivo?». Beh, ma le conversazioni dei politici sono tutelate, no? «Io ho sollevato un conflitto di attribuzione sulle conversazioni Whatsapp di Matteo Renzi, che per la Procura di Firenze erano da trascrivere. La Corte costituzionale ha dato ragione al Senato e torto ai pm». Che ne pensa della fuga di notizie dal database dell'Uif? «Io stesso ho subito un processo, Bankitalia ha fatto una segnalazione doverosa, sono stato assolto dopo due anni per una questione legata a delle attività lecite che si potevano spiegare con una telefonata. Il generale che mi ha indagato è finito anche lui inquisito, spero sia stato prosciolto...». Contro il rischio dossieraggio dietro l'accesso alle banche dati forse serve una stretta «Recentemente in Parlamento ho dovuto dirimere dei conflitti normativi tra forze di polizia proprio sull'accesso a delle banche dati. Ci sono corpi come la Guardia di Finanza che hanno competenze sui reati finanziari, ci sono i carabinieri che hanno competenze sulla Sanità con i Nas, anche la polizia ha le sue specialità, per esempio sulle comunicazioni.
Ho letto che ci sono degli emendamenti di alcuni parlamentari che vorrebbero stravolgere le naturali competenze di alcune forze di polizia a scapito di altre. Ci vuole una regolamentazione maggiore e un controllo più serio, oggi troppe persone hanno accesso a informazioni delicatissime, vedi la commissione Antimafia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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