Il suicidio di Rossi: i giudici indagano sull'insider trading

Il dirigente si sarebbe sentito incolpato della fuga di notizie sull'azione contro le banche estere

David Rossi, capo comunicazione del Monte Paschi di Siena
David Rossi, capo comunicazione del Monte Paschi di Siena

Accanto alla bara in legno chiaro, avvolta dalla bandiera della contrada della Lupa, sfilano i vecchi e i nuovi manager di Mps. La camera ardente per David Rossi, il capo area comunicazione della banca che si è ucciso mercoledì lanciandosi dalla finestra del suo ufficio, è stata allestita nel piccolo oratorio di San Rocco, la chiesa dei «lupaioli» dove oggi alle 10 si celebreranno i funerali. E mentre su Siena scende la pioggia, a rendere omaggio alla salma di Rossi arrivano il presidente e il ad in carica, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ma anche l'ex direttore generale Antonio Vigni, indagato per la vicenda Monte Paschi, e il presidente della Fondazione, Gabriello Mancini. Tutti i protagonisti delle cronache di questi mesi.
In procura i pm che indagano sulla vecchia gestione della banca adesso cercano risposte per questa morte. Rossi «per noi era solo un testimone», insistono. E per comprendere per quale motivo Rossi l'altra sera abbia deciso di farla finita, seguono più piste anche se la principale, come anticipato ieri dal Giornale, sembra collegata all'indagine per insider trading, dopo la fuga di notizie sull'azione di responsabilità e la richiesta di risarcimento danni decise nel Cda della scorsa settimana. Il sospetto è che il manager, ultimo «anello di congiunzione» tra vecchio e nuovo management, abbia sentito venir meno la fiducia della banca nei suoi confronti. La sera del Cda, il 28 febbraio, Rossi era stato a cena con il direttore finanziario Bernardo Mingrone, già interrogato probabilmente proprio per capire se il dirigente suicida era informato o meno dell'esito della riunione. Se qualcuno l'ha incolpato per la fuga di notizie, l'accusa potrebbe essere stata tra le cause del suo crollo psicologico.
Un elemento chiave potrebbe arrivare dall'analisi delle e-mail e dei telefoni (4-5 cellulari e sim tra ufficio e casa). Al centro l'ormai nota «ultima telefonata»: una lunga conversazione, 15-20 minuti, poco dopo la quale Rossi si sarebbe ucciso. L'obiettivo è verificare un eventuale collegamento tra il contenuto di quella chiamata e il suicidio del manager, che di certo ero angosciato dagli eventi degli ultimi mesi, e si aspettava da un momento all'altro un «riposizionamento» in Banca.
Intanto, dopo l'interrogatorio di Profumo e la conferma del gip per il carcere a Gianluca Bardassarri («mister 5%»), anche Viola è stato ascoltato per due ore dai magistrati per capire quale fosse l'atteggiamento dell'azienda nei confronti di Rossi, al di là della confermata fiducia, e per confermare o smentire le voci di accuse «interne» nei suoi confronti. Non viene considerato al momento interessante ai fini dell'indagine, invece, il fatto che le immagini della telecamera mostrino Rossi cadere in posizione supina, poiché il filmato non dice nulla sull'inizio della caduta, ma chiarisce solo l'ora esatta dell'evento e l'arrivo del primo soccorritore, alcune decine di minuti dopo. Sul fronte delle «accuse» e dei veleni rivolti a Rossi da alcuni blog senesi, ieri uno dei più celebri, l'Eretico, ha ricevuto e pubblicato una lettera del fratello del manager, Filippo Rossi.

Che attacca il titolare del blog, Raffaele Ascheri, tra i pochissimi in questi anni a Siena a denunciare la crisi di Mps: «Il tuo sarcasmo è finito, come è finita la vita di una persona per bene che si chiamava David, il mio fratello grande». Ascheri, nella risposta, ricorda di averlo criticato solo sul «piano pubblico», in quanto manager di una banca finita nel baratro.

GMC-MMO

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