Terrorismo, Cancellieri: la Tav è il primo timore

Il ministro dell'Interno fa sapere che per proteggere gli obiettivi sensibili non sarà aumentato il numero di militari: "Lavorare più di intelligence che con le scorte"

Terrorismo, Cancellieri:  la Tav è il primo timore

Dopo l'attentato della settimana scorsa al manager dell'Ansaldo Nucleare e la rivendicazione da parte di un nucleo di anarchici lo Stato alza il livello di attenzione sugli obiettivi ritenuti sensibili. Intanto, dopo l'annuncio della volontà di impiegare l'esercito, il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri precisa che "non ci sarà un incremento di uomini dell’esercito in chiave antiterrorismo". La responsabile del Viminale dice che "a meno che non succedano fatti particolari come quelli che abbiamo visto, pensiamo di utilizzare gli uomini che abbiamo con una razionalizzazione o un diverso utilizzo".

Massima vigilanza ma niente allarmismi

La Cancellieri conferma che nella riunione in programma giovedi prossimo (è stato convocato un comitato ad hoc per l’ordine e la sicurezza) sarà messo a punto, con tutte le autorità competenti, un piano di sicurezza nazionale: "Intanto tutte le Prefetture si sono attrezzate e si stanno organizzando. Giovedì faremo un’assemblea generale ma non lanciamo allarme per situazioni emergenziali".

Centinaia di luoghi e di persone sono considerati possibili obiettivi dei terroristi. Ecco perché è importante l'apporto dell'Esercito, anche se il Viminale precisa che non saranno utilizzati militari in più ma si cercherà di organizzare meglio le forze già in campo.

Tav madre di tutte le preoccupazioni

Parlando ad Alessandria della sfida del terrorismo la Cancellieri ha detto che "la Tav è la madre di tutte le preoccupazioni. Lavoreremo anche per il Piemonte". Ai giornalisti che insistevano per avere qualche dettaglio su ciò che verrà deciso giovedi prossimo, il ministro ha detto: "Abbiamo le idee chiarissime, ma il piano verrà deciso nel Comitato nazionale di giovedì quindi qualsiasi anticipazione non solo non sarebbe seria ma non sarebbe nemmeno supportata dalle analisi che stiamo facendo sul territorio".

Manganelli: gestire le tensioni sociali

"Dobbiamo gestire le tensioni sociali - ha detto il capo della Polizia Antonio Manganelli -.

Ciclicamente capita che si alzi il livello di tensione per problemi occupazionali o di precariato, che in qualche modo hanno a che fare con la quiete del cittadino e si trasformano in malcontento ed effervescente di piazza che noi siamo chiamati a gestire garantendo il diritto ad esprimere il dissenso ma anche di chi non manifesta ad essere tutelato".

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