Veltroni riesuma Berlinguer: "Questo film farà piangere"

L'ex leader Pd debutta da regista a 30 anni dalla morte dello storico segretario Pci. Nel cast c'è anche Napolitano

Veltroni riesuma Berlinguer:  "Questo film farà piangere"

«Quando c'era lui», si diceva una volta, neanche troppo tempo fa. Laddove il «lui», nell'adagio dei nostalgici, era in teso come Benito, Benito Mussolini, e via il rimpianto, si potevano lasciare le porte aperte e i treni arrivavano in orario. Il «lui», questa volta, non è il duce. Anzi, è proprio l'opposto, bandiera rossa e falce e martello.

Perché, parafrasando il vecchio adagio e portandolo dall'altra parte della barricata, ecco che arriva nelle sale cinematografiche, il prossimo 27 marzo, Quando c'era Berlinguer, «lui», appunto, film che segna il debutto alla regia dell'ex leader del Pd, nonché suo fondatore, Walter Veltroni.

Giornalista, pluri-scrittore, da sempre appassionato di cinema, Veltroni si cimenta per la prima volta in film tutto suo. Un film vero, con tanto di trailer e locandine già sparse nelle sale d'Italia. Un film che, ironia della sorte, debutta a un mese dalla nascita del governo di Matteo Renzi. Nostalgia di «lui», Enrico Berlinguer, nel trentennale della sua morte, in questo periodo ipertravagliato che vede sì il partito al governo, ma dopo una guerra interna lacerante che ha fatto fuori il suo vicesegretario Enrico Letta? Un partito in cui la parola d'ordine, con Renzi, è stata la rottamazione? Nulla di personale, giura Veltroni nelle numerose interviste rilasciate in vista del debutto: «Attenzione – ha detto il 12 febbraio scorso a L'Unità – nulla nel film è leggibile per parlare all'oggi. Voglio tenere al riparo questo atto d'amore dalle tentazioni delle metafore».

Un «atto d'amore», dunque, tra nostalgia e dovere della memoria. Atto d'amore per l'uomo, racconta Veltroni, che lo ha fatto innamorare della politica spingendolo, a 15 anni, a iscriversi al Pci. Il Walter regista, ma pure giornalista, usa il registro del documentario, anche se avverte: «Preparatevi a piangere». Il film si sviluppa su tre piani. C'è Berlinguer, gli spezzoni, anche inediti, dei suoi discorsi, che Veltroni ha recuperato con un certosino lavoro scavando negli archivi, partendo dal referendum sul divorzio del '74 sino ai funerali del leader, a piazza del Popolo. Ci sono i luoghi di Berlinguer, la sua Sardegna, dove l'ex leader Pd novello film maker ha fatto più di un ciak (la voce di Berlinguer è quella di Toni Servillo, Oscar con La grande bellezza). E poi ci sono le interviste ai protagonisti dell'epoca, novelli attori nella parte di se stessi. Eccolo, il super cast: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; l'ex ambasciatore Usa Richard Gardner; il fedele autista di Berlinguer, Alberto Menichelli; un comunista storico come Emanuele Macaluso, direttore dell'Unità quando Berlinguer era segretario; l'ex Br Alberto Franceschini; il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari. Veltroni ha anticipato che il film contiene anche un'intervista al padre della perestrojka, Mikhail Gorbaciov.

Prodotto dalla Palomar di Carlo degli Esposti, distribuito da Bim, Quando c'era Berlinguer sarà in sala a partire dal prossimo 27

marzo. Il 6 giugno, invece, il film sarà trasmesso in esclusiva su Sky in prima tv. Per la prima romana è in via di organizzazione un evento alla presenza di regista e attori, a cominciare dal capo dello Stato Napolitano.

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