Il vento non cambia

Il centrodestra resta coalizione vincente anche contro lo schieramento più ampio che le sinistre possano mettere oggi in campo

Il vento non cambia
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Nulla di nuovo dal fronte politico. Il centrodestra resta coalizione vincente anche contro lo schieramento più ampio che le sinistre possano mettere oggi in campo. Così dice il voto in Abruzzo, che conferma Marco Marsilio governatore della Regione e spazza via i timori nati dopo la rocambolesca sconfitta subita in Sardegna solo poche settimane fa. Parafrasando il Bollettino della Vittoria firmato Diaz del 1918, «i resti delle armate di Schlein, Conte, Travaglio e la Repubblica si ritirano in disordine e senza speranza dalle valli d'Abruzzo che avevano risalito con orgogliosa sicurezza».

Non avremmo scritto di disfatte se il centrodestra avesse perso, non parliamo di trionfo sapendo che ha vinto. Il centrodestra ha fatto onestamente il suo, segnaliamo l'ostinazione con cui le opposizioni pensano di poterlo battere con accrocchi contronatura così, tanto per sommare voti e non invece fare sintesi politiche stabili e credibili (o sperare nell'incidente di percorso degli avversari come accaduto in Sardegna).

Pd, Cinque Stelle e i loro cantori le hanno provate tutte per far credere agli italiani, e agli abruzzesi in particolare, che il vento era cambiato, che l'attuale maggioranza di governo è disastrosa e non merita più alcuna fiducia. Il vento non era e non è cambiato, l'errore è stato confondere le loro legittime ambizioni con la realtà e scatenare una violenta campagna d'odio nei confronti di Marsilio, accusato falsamente di ogni nefandezza. Conte e Schlein hanno imbrogliato, mentito, tramato, finto di essere alleati leali quando è noto che saranno armati a vita l'uno contro l'altra e questo non è sfuggito agli elettori più attenti.

Bene, giriamo pagina e per favore adesso basta trasformare ogni elezione locale (in aprile tocca alla Basilicata) in un test per il governo o in una rivincita del centrosinistra. Che si mettano il cuore in pace, di rivincita ne riparleremo nel 2027 quando scadrà la legislatura. Il tempo per trovare qualche slogan più intelligente di «governo fascista» non manca.

E poi chissà se per quella data Elly Schlein sarà ancora segretaria del Pd e se i Cinque Stelle non si saranno stufati di essere guidati da Conte, il peggior premier della storia d'Italia, che ha portato il Paese sull'orlo del baratro economico. Non metterei la mano sul fuoco né su una cosa né sull'altra.

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