Il diktat di Emiliano ai candidati Pd : "Mai più con Renzi e Calenda"

Domani Bonaccini apre la campagna congressuale a Bari con Emiliano che intima: "Alleanza solo con i 5 stelle"

Il diktat di Emiliano ai candidati Pd : "Mai più con Renzi e Calenda"

Stefano Bonaccini aprirà la sua campagna congressuale domani a Bari con Michele Emiliano. Al Partito Democratico non importa se la Corte Costituzionale e il Csm hanno vietato al governatore pugliese, finché è pm, di partecipare attivamente alla vita di partito: al Sud ciò che fa il Pd lo decide lui. Anche se Bonaccini ha detto che non darà spazio alle correnti, sceglie di partire proprio dalla corrente più compatta: quella qugliese, dove non solo non si muove foglia che Emiliano non voglia, ma, in un sistema di primarie aperte, sa già, Regionali alla mano, che andrebbero a votarlo ai gazebo esponenti di ogni partito e ogni colore che ballano intorno al girovita dello stesso Emiliano.

E così oggi il governatore barese ha riunito le sue truppe nella sede del Pd, compreso tanti che - come lui - al Pd non sono iscritti. Tant’è che per l’occasione ha rispolverato persino Lea Cosentino, ex direttrice Asl che non si vedeva da quando, ai tempi di Vendola, finì a processo con Giampaolo Tarantini.

“Noi accogliamo chiunque aderisca al nostro programma", è sempre stato il motto del ras pugliese. Programma fatto di "no Tap, no Ilva, no trivelle". Tutti tranne Renzi e Calenda. È questo il diktat che Emiliano oggi impone ai candidati segretari Pd, in cambio del suo sostegno al congresso: “Abbiamo subito di recente un attacco molto violento da parte dei soliti Calenda e Renzi. La storia di queste due persone si è formata dentro il Pd, si sono fatti eleggere con il Pd, dopodiché hanno creato l'avversario principale del Pd. I candidati al Congresso del Pd devono chiarire che con queste persone non possiamo avere nulla a che fare, né ora né mai. Questo elemento è centrale”. Dimentico che proprio lui non può avere a che fare col Pd, e con nessun altro partito (a Costituzione vigente), vuol far divieto ad altri di avvicinarsi.

Il riferimento ai leader del Terzo polo è dovuto all’ultimo, fresco, battibecco con il leader di Azione. Calenda è infatti arrivato in consiglio regionale per annunciare il passaggio ad Azione di tre consiglieri regionali Pd, che sarebbero però rimasti in maggioranza. “Ma se non ci vuole - ha detto Calenda a Bari - accompagniamo il ras Emiliano alla porta”. Solo che ad essere accompagnato alla porta è stato proprio il leader di Azione, perché il governatore pugliese, su richiesta de suoi "king maker" Giuseppe Conte e Francesco Boccia, ha messo fuori i neo calendiani dalla maggioranza. “Ora parlerò con Letta- ha risposto Calenda- e faremo uscire Azione dalle maggioranze col Pd in tutta Italia”.

E cosi mentre da mesi il Partito democratico non riesce a sciogliere il nodo delle alleanze, annunciando di non volerlo risolvere neanche col congresso che, a detta dei notabili, deve occuparsi dell’identità, ora è Emiliano a imporre la questione.

Chiunque vuole il suo appoggio deve promettere che da ora in poi il Pd potrà allearsi solo con i grillini, e mai piu con Renzi e Calenda: "Il fronte del progresso in Italia è fatto da Pd e M5S, su questi argomenti bisogna essere chiari".

Che faranno i candidati alla segreteria, si piegheranno al ras delle Puglie?

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