Vi racconto il calvario interminabile di un uomo riconosciuto innocente

Mi è stato detto che la mia odissea è dovuta alla "disparità delle parti e di 'potere" in questione


Nell' ultima settimana del luglio 2000 tutta la stampa italiana ha riportato
con l'intitolazione 'Concorsopoli' l'indagine con arresti domicialri di
alcuni indagati nel concorso per docenti di scuola dell'infanzia e primaria
nella Provincia di Latina. Questa ha coinvolto anche il sottoscritto,
Presidente di Commissione di esame per docenti di scuola materna, che si è
visto accusare di concussione. Con tutta la 'procedura di rito ' ha subito
l'umiliazione degli arresti domicialiri per 15 giorni, quando il Tribunale del
Riesame di Roma ha disposto l'annullamento degli arresti. Ma tutto era già
compiuto : immagine, professionalità, dignità, tranquillità familiare era in
pasto alle ironie e agli attacchi di chiunque a riempire nell'intrattenimento
più o meno popolare, le cronache nazionali e locali, le spiagge, i bar, le
piazze... Poi è avvenuto il resto dato dai vari percorsi previsti dai
procedimenti penale, amministrativo, erariale-contabile nonostante le evidenti
e accorate istanze di insussistenze dell'accusa . Ogni Soggetto preposto ha
seguito la coerenza di respingere le istanze della difesa, obbligatoria e da
pagare. Ovvero : la sospensione dal lavoro col solo trattamento dell'assegno
alimentare con le relative azioni presso il Giudice del Lavoro; l'azione della
Corte dei Conti per il presunto danno erariale, con la relativa difesa ; la
costituzione di parte civile della Pubbica Istruzione per i danni alla pubblica
amministrazione e la prospettiva ad accuse comprovate e giudicate del
licenziamento e del pagamento dei danni di immagine , oltre alle spese . Il
processo è stata la mia compagnia e il mio terrore per otto anni. Per otto anni
la mia casa psicologica è stato lo studio dei miei avvocati. Per otto anni
sono stato sostenuto dalla consapevolezza che non avevo fatto niente e dai miei
amici più stretti. Intanto i Giudici del lavoro mi hanno riammesso in servizio;
la Corte dei Conti ha rilevato che non avevo commesso alcunchè. Ciò nonostante,
il Tribunale penale non ha ritenuto di stralciare la mia posizione. Ad ottobre
del 2008 prima dell'Udienza conclusiva l'Avvocatura dello Stato ritira la sua
comparizione contro di me e nell'udienza finale arriva l'assoluzione "per non
aver commesso il fatto", atteso che il P.M. aveva pure cambiato all'ultimo
momento l'accusa di concussione in abuso di ufficio, chiedendo la prescrizione
che ho rifiutato.


Ad oggi mi sto ancora chiedendo, posta la correttezza dei Giudici che hanno
riconosciuto la mia innocenza rispetto alle accuse infamanti, come si può agire
processualmente con una palese disparità dove l'imputato comunque paga pur se è
innocente? Infatti mi è stato detto che ,se fossi stato condannato , oltre a
quanto già subito dovevo pagare spese, lesioni di immagine, essere licenziato;
e che ,riconosciuto innocente ,oltre a quanto subito fin dal primo momento con
l'umiliazione degli arresti , in termini di spese, lesioni di immagine e danni
esistenziali e morali, l'Amministrazione a cui appartengo non mi riconosce
niente e che è molto problematico agire contro 'altri soggetti', data la
disparità delle parti e di 'potere'.

E questo continua a succedere per i comuni cittadini.

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