"Vogliono riprendersi da Soumahoro". Smontate le balle dei Verdi sui cinghiali

La sinistra frigna per la norma sull'abbattimento dei cinghiali, ma il ministro Lollobrigida mette a tacere le bufale: "In città e nei parchi non si potrà mai cacciare"

"Vogliono riprendersi da Soumahoro". Smontate le balle dei Verdi sui cinghiali

Strizzare l'occhio al proprio elettorato per cercare di mettere sotto la coperta il forte imbarazzo provocato per il caso Aboubakar Soumahoro. Così i Verdi hanno pensato bene di intestarsi una battaglia contro l'emendamento alla manovra relativo al controllo della caccia alla fauna selvatica che apre all'abbattimento di animali come i cinghiali. La sinistra è andata su tutte le furie, ma le proprie esternazioni e il processo alle intenzioni sono stati messi a tacere nel giro di poche ore.

La verità sulla norma sui cinghiali

La norma si pone l'obiettivo di affrontare di petto un'emergenza vera e propria che i cittadini stanno denunciando ormai da troppo tempo, dagli incidenti stradali ai danni agricoli passando per il rischio di diffusione della peste suina. Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura, ha replicato alle farneticazioni dei Verdi rinfacciando la loro soggezione per gli sviluppi sulla vicenda politica del deputato italo-ivoriano: "Cercano di riparare ai danni mediatici del caso Soumahoro...".

Infatti Lollobrigida ha ribadito al Corriere della Sera che in città e nei parchi "non si potrà mai cacciare" e ha rivendicato la misura che prevede abbattimenti selettivi come già avviene ora. Nelle ultime ore il ministro ha bollato come "bufale" le narrazioni della sinistra e ha spiegato che il provvedimento è stato ritenuto necessario a tutela dell'ambiente, della salute e dell'economia: "La caccia in questa vicenda non c'entra niente e non porta al Far West nelle città. Si tratta di una selezione che viene effettuata come ultima soluzione se tutte le altre soluzioni individuate non fossero sufficienti ad arginare i problemi".

A smontare le balle rosse è stato anche Tommaso Foti. Il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, intervistato da La Repubblica, ha sottolineato che "solo un matto o uno in malafede può sostenere che vogliamo sparare ai cinghiali in città".

Per le Regioni la rotta tracciata è quella giusta. Ad esempio Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, ha accolto in maniera positiva le nuove disposizioni sulla regolazione della gestione della fauna selvatica: "Ben vengano interventi diretti a realizzare una riforma organica del sistema di vigilanza". Plauso anche da parte di Marco Marsilio, governatore dell'Abruzzo, secondo cui finalmente la misura "mette in condizione anche le Regioni di intervenire contro i danni della fauna selvatica".

La battaglia dei Verdi

I Verdi sono saliti sulle barricate. Il co-portavoce Angelo Bonelli ha accusato il governo di aver dato il via libera all'abbattimento di animali protetti in aree vietate alla caccia "per fare un favore alla lobby venatoria e delle armi". Non poteva mancare la sponda del Partito democratico che, per bocca del deputato Stefano Vaccari, ha puntato il dito contro la "destra di Asterix e Obelix" per aver usato "la pozione magica della caccia ovunque e contro qualsiasi animale per risolvere il problema".

Ma anche su questo punto Francesca Tubetti, senatrice di Fratelli d'Italia, ha voluto rassicurare che l'emendamento sul contenimento della fauna selvatica è un provvedimento "in favore della sanità e della sicurezza pubbliche e nell'interesse di agricoltori e allevatori".

Il meloniano Tommaso Foti ha invitato la sinistra a smetterla "di aizzare le piazze" facendo credere che da oggi in poi sarà consentito sparare per strada ai cinghiali: "Nessuno potrà cacciarli autonomamente".

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