«Io, l’altra Gelmini della scuola Maestra Cgil e sorella del ministro»

Parla Cinzia, insegnante e sindacalista: «Scommetto che Maria Stella lascerà il segno»

da Milano

La scuola è di casa per Maria Stella Gelmini, neoministro all’istruzione, università e ricerca. Sua madre, infatti, è maestra. E maestra è anche Cinzia, la sua sorella maggiore. Dodici anni di differenza, e insegna in una seconda elementare alla scuola «Angelo Canossi» di Pontevico, in provincia di Brescia. E ancora più grande è il fratello, Giuseppe.
C’erano tutt’e due a Roma ad assistere al giuramento di ministro. «Siamo troppo legati – dice Cinzia –. Io poi le ho fatto da mammina e la conosco bene. Sono certa: per come è fatta, al governo della scuola lascerà il segno». Intanto una raccomandazione: «Non siamo, come tutti scrivono, gardesani – continua a raccontare la sorella del ministro –. Siamo originari di Milzano, un piccolo comune della bassa bresciana. Qui nostro padre che abbiamo perso da anni, aveva un’azienda agricola. Qui, in una cascina, è nata Maria Stella». I Gelmini si trasferiscono sul Garda solo successivamente, quando il capofamiglia va in pensione. «A Milzano – ricorda Cinzia – mio padre aveva fatto anche il sindaco. Sindaco dc, e da lui Maria Stella ha preso la passione politica. Con lo stesso cuore, gli stessi sentimenti, la stessa determinazione. Siamo una famiglia di origine contadina di sani principi. Anche mia sorella è credente, ma senza mai farne una bandiera. È sempre stata una ragazza che ascolta molto. Anche in casa. Ascolta e poi decide. Un modo di fare che sta seguendo anche adesso che fa il ministro. Prima di parlare, vuol capire. Per questo da quando è entrata in carica non ha ancora parlato: sono convinta che lo farà soltanto quando potrà parlare con cognizione di causa. Dialogo e confronto anche con chi la pensa in modo diverso da lei sono i suoi modi di relazionarsi».
Cinzia Gelmini ha già sperimentato un tratto significativo di diversità con la sorella: nella scuola dove insegna è rappresentante della Cgil. «Ma non è mai stato un problema tra noi – sottolinea la sorella del ministro –. Con lei è difficile litigare: anche quando può nascere qualche contrasto, cerca sempre di sdrammatizzare i toni, e magari con una risata supera ogni dissidio. E sono convinta che sarà così anche da qui innanzi. Perché sia io che Maria Stella non siamo ideologiche. Continueremo a parlare di scuole più che mai, sono certa che ascolterà me come potrebbe ascoltare chiunque lavori in questo campo e abbia di mira innanzitutto che i cittadini abbiano un servizio di qualità. A noi interessa che in Italia ci sia una scuola vera, una scuola seria che risponda alle esigenze di tutti». Un concetto del resto che si ritrova in una delle prime dichiarazioni del ministro Gelmini che proprio qualche giorno fa scriveva al sindaco di Vicchio in occasione della settima Marcia di Barbiana: «Il concetto di “cura educativa” che ha informato tutta l’opera di don Lorenzo Milani racchiude la sostanza, il cuore vero dell’educazione e le sfide che egli ha proposto vivono un’attualità che ognuno di noi può sperimentare quotidianamente nella scuola del nostro Paese. L’impegno condiviso è certamente quello di lavorare ad una scuola quanto più possibile accogliente e democratica, alla portata di tutti e di ciascuno». Cinzia rivedrà la sorella il prossimo weekend.
«Torna a casa ogni domenica – dice – perché vuol vedere la madre. E poi noi siamo la sua famiglia e lei agli affetti non rinuncia. Adesso è ministro, un impegno impressionante, ma so che non si perderà. Adesso è ancora single, ma so che appena può si farà anche lei una famiglia. Perché è una ragazza normale, che ama Vasco Rossi e i cantautori italiani. Che ama andare a ballare.

Per qualche tempo dovrà sacrificarsi, fa parte del suo ruolo, ma è anche una sua attitudine. Come quando andava a scuola, al liceo o all’università: sempre pronta, sempre determinata a raggiungere il risultato migliore».

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