«Io solo in mezzo all’oceano navigo anche nella rete»

Antonio Ruzzo

da Milano

Sciroccowind, Gino, Fabio, Busecca, Montanaro permaloso, Penelope e Ulisse... tanto per restare in tema di navigazione. Un blog «avventuroso» quello di Alex Bellini, il navigatore solitario dell’Aprica che ormai da quasi tre mesi rema da solo alla volta di Fortaleza sulle sponde brasiliane. Tra «navigatori» ci si intende così è scattato il giusto feeling. «Un “muro” frequentato e letto da più ventimila utenti del web - spiegano i pr che stanno seguendo da terra il viaggio di Alex -. Appassionati che ogni giorno leggono il suo diario, lo incitano, gli danno consigli e lo sostengono».
Bellini era partito il 18 settembre dallo scoglio dei Mille a Genova ed ora è nello Stretto di Gibilterra. Tra piccoli incidenti (ha perso un po’ di viveri), piogge, temporali e mari in burrasca è arrivato fino ad Algeciras sulle coste andaluse e ora sta aspettando il momento giusto per affrontare l’Oceano e puntare su Fortaleza. Sul blog c’è chi lo incita, chi vorrebbe essere al posto suo, chi gli dice di non mollare e forse anche chi si è un po’ innamorato. Ma c’è anche chi dà consigli. Ulisse, ad esempio: «Se vuoi arrivare in Brasile devi deciderti a prendere il largo, tagliando il cordone ombelicale con la terra ferma. Se continui a costeggiare non ci arriverai mai. Forza Alex, prendi il largo. Dai che ce la fai!». Tant’è. Lo seguono un po’ tutti col fiato sospeso. Lo hanno sempre seguito. Anche nella prima sfortunata edizione del «Grafoplast Al one» (l’inglese è maccheronico e Al è con una sola «elle» perché è l’iniziale di Alex) quando Bellini non riusci ad uscire praticamente dal porto di Genova perché sottovalutò le brutte condizioni di mare e dopo diverse settimane di navigazione terminò la sua prima avventura schiantandosi sulle Baleari. Ma ora le cose stanno andando sicuramente meglio. E il tifo cresce. «Alex Bellini, Gibilterrà è sua» era il messaggio che pochi giorni fa campeggiava sul suo sito (www.alexbellini.it).
Una bella soddisfazione dopo 72 giorni di «navigazione» e un bel sassolino da togliersi dalle scarpe: «Sono felice – scriveva il giorno dopo Alex sul suo diario di bordo – ho raggiunto questo primo traguardo alla faccia di chi rideva e ironizzava... Proprio così: un montanaro dell’Aprica è riuscito a remare fino ad arrivare e oltrepassare lo Stretto di Gibilterra. Ho sofferto e gioito. Le giornate non sono mai state facili. A volta noiose, a volta dure. Ho battuto nuovamente il Leone, superando quel maledetto Golfo e il suo forte Mistral. Il destino mi ha riportato a Formentera, così vicino al luogo dove sono naufragato lo scorso anno da mettermi i brividi». Il «nostro» ha tutte le ragioni per gioire anche se molto gli resta da fare. E i dati non lo aiutano certo: in 71 giorni ha percorso ben 1430 miglia, pari a 2648 km ad una velocità media di 20 miglia (37 km) al giorno. Gli mancano, lungo la rotta prevista, 3288 miglia (6089 km). Ad una pessimistica media in Atlantico di 25 miglia al giorno (46 km) effettivi di avvicinamento alla destinazione, Fortaleza è raggiungibile in 131 giorni. Ad una auspicabile velocità di 30 miglia al giorno, Alex giungerebbe a destinazione in 109 giorni. Ma tutto lascia pensare che in Atlantico la velocià sia nettamente superiore a quella del Mediterraneo e le esperienze di precedenti rematori transoceanici indicano in 30 miglia al giorno una velocità normale. Un’impresa davvero.
Un mix di paradiso e inferno che si percepisce dalle foto inviate da Alex sul suo sito e dai racconti in «diretta» col telefono satellitare trasmessi da Radiodue nella trasmissione Caterpillar.

E il «montanaro» ora riprenderà a remare e ad aggiornare il suo diario ripensando forse, ogni tanto, al suo fuoristrada nuovo di zecca che ha dovuto vendere per comprarsi la prima barca in Inghilterra. Ma di questa storia sul «muro» non se n’è mai parlato.

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