Ipotesi aumento canoni, Luigi Grillo: "No, sarebbe un colpo basso"

Ipotesi aumento canoni, Luigi Grillo: "No, sarebbe un colpo basso"

Luigi Grillo è il presiedente dell'VIII Commissione (infrastrutture, trasporti e comunicazione) del Senato.
Senatore, partiamo dalle notizie di giornata, o quasi. Il ministro Tremonti, riferendosi alle ispezioni fiscali e ai controlli eccessivi nelle imprese ha detto tra l'altro: «Deve esistere il diritto a dire non mi rompete più di tanto...». Vale anche per la nautica?
«Dovrebbe... Mi fa piacere, è una buona notizia, sono contento che lo dica. però l'amico Tremonti queste cose dovrebbe dirle ai suoi collaboratori».
È vero che il «piano sviluppo», che dovrebbe essere varato a giorni, prevede un aumento consistente dei canoni demaniali?
«Sarebbe senza dubbio un colpo basso. Noi, in Commissione e in Parlamento, tenteremo di contrastare questa ipotesi. Tuttavia, a oggi, ho l'impressione si tratti di un timore infondato».
Parliamo allora dei rinnovi dei canoni demaniali.
«Altra nota dolente. Il ministro Fitto sta trattando con Bruxelles per ottenere una deroga alla direttiva Bolkestein del 2006. È necessario portare a casa condizioni particolari perché abbiamo piccole e medie imprese da tutelare, soprattutto le più fragili. Delle due l'una: o otteniamo la deroga o la questione dobbiamo affrontarla in modo diverso. Si tratta di aspettare, io dico con fiducia».
Può dirci, a grandi linee, qual è la l'agenda di lavoro dell'VIII Commissione in questo periodo?
«Siamo al capitolo porticcioli turistici che rientra nel Piano Sviluppo. Occorre mettere subito mano agli spazi sottoutilizzati all'interno dei bacini esistenti, ai porti dismessi o in stato di abbandono.Solo così, attraverso il project financing, ossia la realizzazione di opere pubbliche senza oneri finanziari per la pubblica amministrazione, si potrebbero costruire nuovi porti turistici. Personalmente sono convinto che ogni regione con sbocchi sul mare debba dotarsi di una "piano coste", e quindi esercitare un'azione per creare le condizioni di sviluppo che crea, oltre ai posti barca, anche numerosi posti di lavoro».
Presidente, la stagione è appena iniziata e gli umori degli addetti ai lavori non sono dei migliori. Il 2010, come lei ricorderà, ha lasciato dietro di sè tracce indelebili... E un mancato introito di circa 1 miliardo.
«Siamo i leader mondiali nelle imbarcazioni oltre i 25 metri. Io penso che bisogna tutelare la nautica in generale. E in particolare quella di alta gamma. È verro, l'anno scorso ci fu il crollo dopo il clamoroso caso Briatore. Che comunque non fu il solo. Si è fatta parecchia demagogia da parte di chi ha voluto soffiare sul fuoco. Al netto delle polemiche e delle interpretazioni ideologiche, rimane il danno enorme. Che niente e nessuno può rifondere. Ne sanno qualcosa le micro imprese che vivono di turismo nautico».
Non crede che sia da sfatare una volta per tutte l'odioso pregiudizio secondo il quale ogni diportista, anche con un piccolo natante, sia un evasore fiscale?
«I pregiudizi sono duri a morire, come certe ideologie. I danni a cui accennavo prima, non sono ricaduti solo sugli operatori turistici, ma hanno colpito anche la lunga filiera dell'indotto, soprattutto il comparto rimessaggio e refitting.

Siamo in continuo contatto con l'Agenzia delle Entrate perchè intendiamo scrivere, finalmente, norme chiare per superyacht e charter, che non si prestino a libere interpretazioni. Insomma, regole precise ed efficaci anche nel contrasto all'elusione e all'evasione».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica