Irak, Bush dà la licenza di uccidere gli iraniani

«Catturateli o uccideteli». La nuova strategia americana per bloccare l’influenza iraniana in Irak si riassume in due parole. Dallo scorso autunno le forze speciali Usa hanno licenza di uccidere. Possono colpire, arrestare, ma anche ammazzare gli iraniani sospettati di svolgere attività destabilizzanti sul territorio iracheno. A dar loro carta bianca ci pensa un documento firmato dal presidente George W. Bush. Le rivelazioni arrivano proprio mentre la nuova politica del bastone ordinata dalla Casa Bianca sembra dare i primi frutti. L’Esercito del Mahdi, la milizia dell’agitatore sciita Moqtada Sadr, è infatti pronto a deporre le armi per cedere all’esercito governativo il controllo di Sadr City, l’immenso sobborgo sciita di Bagdad. La mossa potrebbe preludere a un accordo tra il premier Nouri Al Maliki e Moqtada Sadr per una tregua nelle zone di Najaf e Karbala.
La nuova strategia anti-iraniana, rimasta segreta per settimane, cela una svolta più articolata destinata, a trasformare l’Irak nel primo fronte della guerra fra Washington e Teheran. La svolta, secondo le rivelazioni di alcune gole profonde della Casa Bianca al Washington Post, risale alla scorsa estate e si sviluppa durante il conflitto tra Israele e le milizie filo-iraniane di Hezbollah. In quelle settimane i responsabili della sicurezza sottopongono a Bush i rapporti sulle attività delle cellule iraniane, accusate di appoggiare le principali formazioni anti americane, dalle milizie sciite di Sadr fino ai sunniti legati ad Al Qaida. Il “grande gioco”, iniziato nel 2004, segue fino a quel momento le regole del «prendi e molla». Brevi, veloci e incruente incursioni delle forze speciali, coperte dai pochi reparti affidabili dell’esercito iracheno, per catturare e interrogare gli infiltrati. Quei blitz seguiti da brevi detenzioni, proverebbero, secondo i rapporti, la costante presenza in Irak di un’avanguardia di 150 fra ufficiali dei pasdaran e agenti dei servizi segreti. Gran parte dei Guardiani della Rivoluzione catturati apparterebbero alla Al Quds, la Brigata Gerusalemme responsabile delle operazioni clandestine, attivissima in Irak e Libano. Gli esperti della Cia avrebbero approfittato degli interrogatori per compilare accurati dossier sulle talpe iraniane identificandole non solo con foto e impronte digitali, ma anche con immagini scannerizzate della retina e codici genetici. Per quanto nessun dossier provi la loro partecipazione diretta ad attacchi o attentati contro gli americani, i documenti dimostrerebbero il coinvolgimento della struttura clandestina iraniana nelle «operazioni di addestramento, intelligence e armamento di milizie sciite collegate al governo e di altri gruppi di insorti». Sulla base di questi riscontri Bush avrebbe dato il via libera a una strategia molto dura capace di trasformare in scontro frontale la guerra segreta irachena. La svolta definitiva è arrivata lo scorso autunno quando il presidente Usa ha firmato l’autorizzazione a catturare o uccidere qualsiasi iraniano sospettato di svolgere attività sovversiva in Irak. La prima applicazione concreta della nuova strategia è arrivata due settimane fa con l’assalto a una rappresentanza consolare iraniana a Erbil e la cattura di cinque impiegati descritti come ufficiali dei pasdaran. Dopo quell’operazione la Casa Bianca avrebbe incoraggiato i comandanti militari ad applicare con vigore le nuove direttive.
Secondo la nuova strategia i vertici di Teheran faranno dietrofront sulla questione nucleare soltanto quando assisteranno a un atteggiamento più determinato degli Stati Uniti in Irak. L’escalation, secondo le rivelazioni, è destinata ad allargarsi dall’Irak a tutti i fronti del cosiddetto “Blue Game Matrix”, il nome in codice che indica le principali zone d’attrito tra la sfera d’influenza americana e quella iraniana.

La guerra, sempre meno segreta, tra Washington e Teheran sembra dunque destinata a espandersi all’Afghanistan, al Libano e anche a quei territori palestinesi dove, secondo la Casa Bianca, gli iraniani stanno diventando i veri controllori delle attività di Hamas e di altri gruppi armati.

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