Teheran - Le elezioni presidenziali in Iran sono state
vinte dal presidente in carica, l’ultraconservatore
Mahmud Ahmadinejad, con il 62,63% dei consensi. Il principale sfidante, Mir Hossein Moussavi, si è attestato al 33,75%. Molto distanti gli altri
due candidati: l’ex capo dei pasdaran, Mohsen Rezai, si è attestato all’1,73%. Allo 0,85%
l’ex presidente del parlamento, Mehdi Karroubi. Affluenza record: ha votato l’85% degli aventi diritto.
Mousavi: "Brogli" Mousavi, dopo essersi proclamato vincitore "con un margine
importante" a urne ancora aperte - come del resto aveva fatto
anche Ahmadinejad - ha denunciato irregolarità nel voto, dicendo
che milioni di persone non hanno potuto esprimere la propria
preferenza a causa della scarsità delle schede elettorali.
Mousavi ha denunciato che a molti osservatori del suo
partito non è stato concesso l’ingresso ai seggi e che "attende il conteggio ufficiale dei voti e le spiegazioni su queste
irregolarità. Qualche ora dopo, ha rincarato la dose spiegando che la
leadership di Teheran "ha manipolato il voto del popolo".
"Il popolo non si piegherà" Il popolo iraniano sarà "vigile" e "non si piegherà
a chi prende il potere con gli imbrogli". Lo ha affermato oggi il
candidato moderato alle elezioni presidenziali in Iran, contestando i
risultati ufficiali che danno una vittoria schiacciante al presidente
uscente Ahmadinejad.
Festeggiano i conservatori Hachemi ha però ridicolizzato la posizione assunta da Mousavi,
ritenendo che "il suo annuncio teatrale sulla vittoria di coloro che
hanno perso le elezioni è l’ultimo episodio di un progetto di
propaganda irreale e negativo che prosegue da tre mesi". Intanto i
supporter di Ahmadinejad hanno cominciato a riversarsi sulle
strade per festeggiare la rielezione del presidente uscente. "È un
genio", dicono alcuni. "Sono orgoglioso della vittoria del mio
candidato", ha spiegato a sua volta Kamra Mohmmadi, 22 anni.
Intanto, il sito web ufficiale di Mousavi ha riferito che i Guardiani
della rivoluzione islamica iraniana sarebbero scesi nelle strade della
capitale con l’intenzione di fare irruzione nelle sedi del candidato
moderato. Lo ha riportato la tv satellitare al Arabiya, citando
sostenitori di Mousavi che hanno parlato apertamente di "golpe dei
pasdaran".
Scontri con la polizia Barricate,
incendi e violenti scontri tra manifestanti e polizia: erano decenni che non si vedeva
un caos simile per le strade di Teheran, con i sostenitori del principale sfidante di
Mahmoud Ahmadinejad, Mir Hossein Mousavi, che contestano il voto che ha
riconfermato il presidente ultraconservatore alla guida del Paese per i prossimi quattro
anni, ritenuto il lavoro di "una dittatura".
Non appena sono stati annunciati i risultati ufficiali centinaia di dimostranti, riuniti vicino al
ministero dell’Interno, hanno gridato "Morte al dittatore" e "il governo ha mentito" sul
voto.
Gli oppositori, molti con indosso magliette verdi filo-Mousavi, hanno incendiato
pneumatici fuori dal ministero, mentre la polizia in tenuta anti-sommossa ha tentato di
disperderli a manganellate. Un fotografo ha raccontato di aver visto un agente
picchiare una donna con il manganello.
Coinvolta troupe del Tg3 Negli scontri tra i sostenitori di Mousavi e i poliziotti, è rimasta coinvolta anche una troupe del Tg3: lo ha riferito l’inviata dell’emittente, Lucia Goracci, sottolineando che l’interprete iraniana che li accompagnava è rimasta ferita, mentre al cameraman sono state sequestrate le cassette con le immagini dei tafferugli. La Farnesina ha espresso solidarietà ai giornalisti Rai e ha chiesto spiegazioni nella vicenda. In un’altra strada principale di Teheran, circa 300 persone hanno formato una catena umana per bloccare la circolazione. Il leader moderato Mousavi, che ha denunciato violazioni nel voto, aveva avvertito che la gente non rispetterà coloro che arrivano al potere tramite la frode.
Mousavi: non usate la violenza "Le irregolarità compiute durante lo scrutinio presidenziale sono molto gravi - ha dichiarato Mussavi - e voi avete ragione a sentirvi danneggiati. Nello stesso tempo, vi chiedo fermamente di non aggredire nessuna persona e gruppo, di non perdere il sangue freddo e di astenervi da qualsiasi azione violenta".
Israele: "Vittoria preoccupante" La vittoria del presidente ultra conservatore Mahmoud Ahmadinejad alle elezioni presidenziali di ieri in Iran è stata giudicata oggi "molto preoccupante" da parte di un alto responsabile israeliano, che ha commentato l’esito del voto a condizione dell’anonimato. "Si tratta di uno sviluppo molto preoccupante, poiché Mahmoud Ahmadinejad è il più militante dei candidati e non può che trascinare il suo paese verso un confronto con il mondo occidentale", ha dichiarato la fonte alla radio pubblica. Un altro responsabile dello stato ebraico, a sua volta, ha riferito che Washington "proseguirà fino al termine dell’anno i suoi tentativi di conciliazione con il regime di Teheran, dopo di che gli Stati Uniti potrebbero inasprire le sanzioni contro questo paese".
Plauso di Hamas Per il gruppo estremista palestinese che due anni fa ha assunto con la forza il controllo della Striscia di Gaza, la riconferma di Ahmadinejad testimonia il grande sostegno garantito dagli iraniani alle posizioni intransigenti del regime di Teheran nei confronti dell’Occidente. Lo scrive il sito web di Haaretz. "I risultati delle elezioni in Iran dimostrano il grande sostegno dell’opinione pubblica iraniana alle politiche di sfida", ha detto Fawzi Barhoum, portavoce di Hamas a Gaza. "I risultati dimostrano anche che le autorità iraniane sono riuscite a difendere gli interessi e le speranze della popolazione dalle minacce" degli occidentali. Hamas, come l’Hezbollah libanese, riceve aiuti finanziari e militri dall’Iran.
Arresti di riformisti Alcuni importanti esponenti riformisti sono stati arrestati nelle ultime ore in Iran, secondo quanto ha dichiarato al canale televisivo in persiano della Bbc Hanif Mazrui, del principale raggruppamento riformista, il Mosharekat.
Khatami: annullare le elezioni L'associazione dell'ex presidente iraniano Mohammad Khatami ha chiesto l'annullamento delle elezioni presidenziali vinte dal presidente uscente Mahmud Ahmadinejad.
L'Associazione del clero combattente, di cui il riformatore Khatami è uno dei fondatori, ha denunciato un "broglio massiccio dei voti" e ha rilanciato così l'accusa mossa da Mir Hossein Mussavi, il principale avversario del conservatore Ahmadinejad. Il gruppo "conclude che l'annullamento dell'elezione e una ripetizione del voto in un clima più sereno rappresentano un buon modo di ristabilire la fiducia dell'opinione pubblica e la riconciliazione nazionale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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