Gli israeliani raggiungono la riva sud del Litani

Gli hezbollah circondati. Corsa contro il tempo per attestarsi su posizioni di forza. Abbattuto un elicottero: quattro morti

da Kiryat Shmona (Israele)

È già costata undici morti, un centinaio di feriti, undici dei quali gravi, e un elicottero abbattuto (morti i quattro militari a bordo), ma l’offensiva delle ultime 24 ore sembra l’unico vero successo di questo mese di guerra.
Con un solo balzo Tsahal ha agguantato la riva sud del Litani e ha stretto in una morsa di fuoco i guerriglieri hezbollah. Ora bisognerà vedere se la morsa troverà il tempo di svilupparsi e chiudersi. Il piano caldeggiato dai generali e osteggiato dal premier Ehud Olmert sembra funzionare. La più grande operazione elitrasportata degli ultimi trent’anni ha disseminato di avamposti israeliani la riva meridionale del Litani.
Mentre decine di elicotteri volavano verso l’obiettivo, trenta chilometri a nord, migliaia di soldati e centinaia di blindati muovevano dai territori già conquistati al confine. L’offensiva, costata la vita a una quarantina di guerriglieri, scatta venerdì notte. Un diluvio di missili e colpi di artiglieria batte le roccheforti di Hezbollah ancora in piedi alla frontiera, le colonne le aggirano, penetrano in profondità, posizionano almeno 30mila soldati nel sud del Libano. La strategia non è più quella frammentaria e inconcludente scelta, all’inizio del conflitto, dal ministro della Difesa Amir Peretz.
Stavolta i generali evitano lo scontro con le postazioni ancora in piedi al confine, le aggirano, acquisiscono il controllo degli snodi strategici tra il Litani e la frontiera garantendosi una preponderante superiorità di uomini e di fuoco. Scaricano truppe a est e a nord di Tiro, approfittano delle pianure circostanti per sfruttare al meglio blindati e Merkava. Preparano l’accerchiamento della città in cui si celano centri di controllo e postazioni missilistiche. Gli elicotteri convogliano squadre di incursori a sud del Litani per tagliare la ritirata dei guerriglieri a nord e preparare l’effetto morsa nelle zone in cui si concentra l’attività missilistica.
Ora l’offensiva si svilupperà su tre fronti. Il primo punterà su Tiro. Il secondo avanzerà nelle zone montagnose di Tebnin e Barachiite, a nord di Beint Jbeil. Il terzo fronte, più intricato, è quello nell’ansa orientale del Litani, dove il fiume, fin lì parallelo al confine, piega di novanta gradi a nord in direzione della Valle della Bekaa. Lì l’offensiva, iniziata giovedì con la conquista della città di Marjayuun, punta a ripulire territori e villaggi fino a El Taibe e a sigillare gli accessi dalla Bekaa per bloccare missili, armi e munizioni in arrivo dalla Siria.
Ora bisogna capire se la morsa avrà il tempo di chiudersi. Il capo di stato maggiore Dan Halutz chiede una settimana per disarticolare la guerriglia, distruggere i suoi arsenali e annientare le postazioni missilistiche.
Se il coprifuoco scatterà domani il lavoro resterà a metà.

Ma è difficile pensare a una pacifica convivenza di israeliani e guerriglieri di Hezbollah in attesa del dispiegamento della forza internazionale e dei soldati libanesi. Il cessate il fuoco ben difficilmente garantirà la fine delle ostilità. Gli israeliani contano su questo per riuscire a portare a termine il loro lavoro.

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