Le famiglie italiane appaiono ancora molto prudenti nell'affrontare le spese di ogni giorno: nei primi 9 mesi di quest'anno, secondo la fotografia scattata dall'ufficio studi di Mps, il valore delle vendite al dettaglio è infatti sceso del 2,1% (-0,23% nel 2008). La frenata, complice l'impatto della disoccupazione, ha colpito tutti i comparti. A partire da abbigliamento e calzature, che sono state quelle maggiormente penalizzate.
Sorprendono tuttavia gli elettrodomestici e la profumeria, che sono calati meno del comparto farmaceutico, malgrado quest'ultimo sia tradizionalmente poco sensibile alle variazioni di reddito. In difficoltà anche il settore alimentare: gli italiani, sebbene si tratti molto spesso di beni di prima necessità, hanno comperato prodotti meno costosi frenando il controvalore del venduto.
Quanto alle prospettive gli esperti di Mps stimano che il tasso di disoccupazione continuerà a crescere frenando ulteriormente le vendite. La fase peggiore pare comunque superata, come lascia presupporre anche l'indice di fiducia dei consumatori diffuso dall'Isae: il tasso di crescita tendenziale delle vendite al dettaglio tornerebbe in positivo a metà 2010. Casalinghi, giocattoli, farmaceutici e strumenti musicali sembrano comunque aver già invertito la rotta.
Le difficoltà emerse sul fronte occupazionale peseranno poi sulle vendite natalizie: Mps prevede un «modesto» incremento su base congiunturale (+0,05% m/m), grazie ai prezzi ancora contenuti. Tassi però molto distanti da quelli del biennio pre-crisi (+0,9% m/m nel mese di dicembre 2005 e +1% m/m nel dicembre del 2006).
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