Al Jazeera alla conquista d’Europa col pallone

È stata il megafono dei terroristi islamici per molti occidentali. Un varco di libera informazione per gli arabi abituati alle tv di regime. In Europa e negli Stati Uniti era la televisione che trasmetteva i video di Osama Bin Laden, il network scelto da Al Qaida per far arrivare i suoi messaggi deliranti ai «crociati». In Medio Oriente era il topolino che aveva sfidato l’elefante, aveva rotto il monopolio saudita e strappato la coccarda di emittente «indipendente», la prima a mandare in onda gli israeliani in lingua originale, senza doppiaggio o traduzioni approssimate. Sono passati quindici anni dal lancio della tv satellitare Al Jazeera, tredici dalle esclusive mondiali dell’emittente su Desert Fox, quando le bombe inglesi e americane colpivano per la prima volta Saddam Hussein. Ne sono passati dodici da quando sono cominciate le trasmissioni ventiquattr’ore su ventiquattro, appena cinque dalla nascita del suo canale in lingua inglese, e da allora la tv del Qatar ha cambiato connotati e li ha cambiati ai Paesi in cui trasmette, aprendo una finestra sul mondo arabo in Occidente e aprendo una finestra sul mondo occidentale in Medio Oriente. Fino all’ultimo grande salto: l’acquisto di una parte dei diritti televisivi per le partite di Ligue 1 in Francia.
Una mossa imprevista. Il segno che lo sceicco Tamim bin Al Thani, l’uomo più ricco del Qatar e uno dei più ricchi al mondo, l’erede al trono dell’emirato arabo, ha deciso che vuole di più, che non gli basta parlare di crisi internazionali, di guerre, di primavere arabe, di Medio Oriente agli occidentali e di Occidente agli arabi. Ora vuole parlare di calcio e far parlare il calcio. Ha cominciato con l’acquisto del Paris Saint Germain per 70 milioni di euro. E ora continua con un colpo molto più ambizioso di un’apparente scommessa economica. Tamim bin Al Thani vuole parlare ai francesi dei francesi e questa è la rivoluzione, per qualcuno una bestemmia. Lo farà nel modo che gli riesce meglio, mandando in onda immagini, e nel modo che i francesi gradiranno di più: offrendo il meglio del loro sport preferito. E lo fa invertendo la sua rotta: da emittente di respiro internazionale vuole trasformarsi in tv «locale». «Al Jazeera ha tasche profonde che sembrano far schizzare soldi dappertutto - ha spiegato Faisal Abbas, ex direttore del giornale arabo Asharq Al-Awsat, con sede a Londra, all’Herald Tribune -. Adesso vuole spingere la sua presenza su piattaforme diverse e cambiare la percezione del marchio». L’accordo con la Lega francese entrerà in vigore nel 2012 ed è costato allo sceicco 90 milioni di euro l’anno, quanto basta per mandare in onda due partite a settimana per quattro stagioni filate. Dividerà i diritti con Canal Plus, la tv francese a pagamento, che ha speso quattro volte di più per poter trasmettere i match più importanti.
Eppure ormai per Al Jazeera la nuova sfida non è più solo una questione di business ma di potere e di immagine. È il modo in cui Tamim bin Al Thani, 31 anni, ha deciso di andare all’assalto dell’Europa. Non è la prima mossa.

Tramite la holding della Casa reale del Qatar ha già in mano il tempio dello shopping extralusso londinese, i magazzini Harrods, e quello della spesa facile, la catena di supermercati Sainsbury’s. Ma con la sua tv ora vuole entrare nelle case degli europei e regalare a quei diffidenti il loro gioco preferito.

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