Kamikaze a Kabul: morto diplomatico italiano

Almeno 18 morti, 32 i feriti. Tra le vittime Pietro Antonio Colazzo ucciso nella sparatoria dopo l'esplosione. Frattini: "Consigliere diplomatico dell'ambasciata". Berlusconi: "Nostro dovere opporci alla violenza". Colpito l'hotel Safi Landmarko: cinque gli uomini-bomba. I talebani rivendicano l'attacco. IMMAGINI - VIDEO

Kamikaze a Kabul: morto diplomatico italiano

Kabul - Cinque kamikaze talebani nel centro di Kabul. Torna la paura in Afghanistan. Un attacco suicida ha causato almeno 18 morti, tra i quali quattro cittadini indiani e tre agenti di polizia, e 32 feriti. L'attentato è stato successivamente rivendicato per telefono da un portavoce dei talebani. "Anche un italiano è morto nell'attentato". Lo riferisce il ministero dell'interno afgano. E' un agente dei servizi segreti. E tra le vittime c’è anche un francese. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Bernard Kouchner.

Agente dell'Aise Pietro Antonio Colazzo è un funzionario dei servizi segreti l’italiano uccido nell’attentato di oggi a Kabul. Si tratta di un appartenente all’Aise il servizio di informazione per la sicurezza esterna. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha parlato di "consigliere diplomatico della nostra ambasciata a Kabul. L’italiano dormiva nell’albergo colpito, come altri diplomatici. L’Italia e gli altri alleati - ha continuato il capo della Farnesina - rimarranno impegnati in Afghanistan per la stabilizzazione del Paese asiatico". Colazzo era un agente operativo dell’Aise in Afghanistan. A Kabul, dove attualmente c’è un vuoto al vertice dell’intelligence italiana (che deve essere ancora colmato con una nuova nomina) ricopriva di fatto l’incarico di responsabile. Lo 007 era impegnato in particolare nella controinformazione e che fosse operativo lo dimostra il fatto che subito dopo l’attacco talebano è stato tra i primi a reagire, a telefonare alla polizia afgana prima di essere raggiunto dai colpi mortali sparati dai talebani. Per l’Aise e più in generale per l’intelligence è stata, quindi, una grave perdita sia dal punto di vista professionale che umano.

Ucciso nella sparatoria Sarebbe stato ucciso da alcuni colpi d’arma da fuoco mentre era al telefono con la polizia locale, subito dopo un’esplosione, l’italiano rimasto vittima dell’attentato. È quanto ha riferito il generale afgano Abdul Rahman, capo della polizia di Kabul. "Era un uomo coraggioso" ha aggiunto, confermando che alloggiava al Park Residence preso di mira dai talebani. Mentre altri 4 italiani sono stati messi in salvo dalla polizia.

Il cordoglio di Berlusconi "Apprendo con dolore la notizia dell’uccisione del consigliere diplomatico Pietro Antonio Colazzo nell’attentato di oggi a Kabul. Un fedele servitore dello Stato, morto compiendo il suo dovere in un Paese martoriato da infami azioni terroristiche" commenta il presidente del Consiglio. "L’Italia - prosegue il premier - è impegnata in Afghanistan proprio per proteggere la popolazione civile dalla follia della violenza e dell’intolleranza, alla quale sentiamo il dovere di opporci. Mi unisco, insieme a tutti gli italiani, al dolore dei familiari e degli amici del nostro caduto".

L'hotel degli stranieri L'attentato dei talebani ha preso di mira il Safi Landmark Hotel, "dove sono alloggiati gli stranieri", ha annunciato un portavoce dei ribelli, Zabihullah Mujahid, sostenendo che all'attacco hanno preso parte cinque attentatori suicidi. La polizia ha confermato che uno degli attentatori si è fatto esplodere di fronte all'albergo, mentre altri due sono stati uccisi.

Kabul blindata "L’esplosione è stata fortissima, e scontri a fuoco successivi si sono protratti a lungo" lo dice il portavoce dell’Ue a Kabul, Andrea Angeli. "La tensione in queste ore è ancora molto palpabile - riferisce il portavoce -. La capitale è blindata, presidi di polizia bloccano le intersezioni di accesso ai ministeri e altri edifici sensibili. Per spostarsi all’interno della città occorre fare molte deviazioni e superare numerosi check-point messi in piedi all’alba" continua Angeli, precisando che a causa della festività del venerdì che quest’anno coincide con le celebrazioni del Mulud, il genetliaco del profeta Maometto, la capitale è praticamente deserta.

Fine della calma L'attentato, che mette fine a un periodo di relativa calma nella capitale afghana dopo l'offensiva degli insorti del 18 gennaio scorso che ha provocato 12 morti, è avvenuto a pochi metri da un lussuoso edificio, che ospita l'hotel quattro stelle Safi Landmark e il centro commerciale Kabul City Center, causando gravi danni. Il commando è entrato in azione verso le 6.30 (le 3 di notte in Italia) quando le strade erano deserte anche per la festività islamica del venerdì. Una prima fortissima esplosione, seguita da una seconda minore, ha fatto scattare l'allarme.

La rivendicazione dell'attentato L'attentato è stato successivamente rivendicato per telefono da un portavoce dei talebani, secondo cui il commando che ha portato a termine l'operazione era composto da otto persone, una delle quali ha fatto saltare l'auto-bomba in cui si trovava. Non è ancora chiaro se la presenza di cittadini indiani fra le vittime sia da mettere in relazione con l'incontro avvenuto ieri a New Delhi fra delegazioni governative di India e Pakistan per cercare di riprendere un dialogo bilaterale interrotto dopo gli attentati di Mumbai del 2008. 

"Ha salvato 4 italiani" Grazie alla sua ultima telefonata, fatta alla polizia afghana mentre era in corso l’attacco kamikaze al Park Residence a Kabul, l’agente segreto Pietro Antonio Colazzo, ha salvato la vita ad altri quattro italiani. A riferirlo è il capo della polizia afghana generale Abdul Rahman.

"Ci ha fornito informazioni precise grazie alle quali la polizia è stata in grado di portare al sicuro, sani e salvi, altri quattro italiani", ha detto Rahman definendo Colazzo un "uomo coraggioso". Colazzo, cliente del Park Residence era al telefono con la polizia di Kabul per fornire la posizione degli assalitori quando è stato colpito mortalmente da uno di loro, ha spiegato il generale Rahman.

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