Il killer digitale che viene dal Rinascimento

"Assassin's Creed" funziona come un romanzo interattivo tanto avventuroso quanto accurato nella ricostruzione di Firenze e Venezia. Mentre sul pc arriva il secondo capitolo, escono libro e film: un fenomeno multimediale

Ieri sera ho ucciso. L'ho fatto, per l'ennesima volta, usando le lame a scatto nascoste sotto la mia cappa, nei miei avambracci. Non ne sono pentito. Del resto le crociate, dove ho iniziato, erano guerre senza quartiere, io me le ricordo bene. Niente però a confronto di questa nuova faida, di questa furia di sangue che caratterizza quello che voi chiamate Rinascimento, questo umanesimo dove dietro a ogni nuova invenzione c'è solo morte e desiderio di supremazia, voglia di essere contemporaneamente golpe e lione come diceva al suo principe quel tale di Firenze. No, tranquilli, chi scrive non è impazzito e non c'è bisogno di fare una telefonatina a Feltri per convincerlo a chiamare la neuro. È solo che ha giocato a Assassin's Creed I e II, ha fatto un tuffo in una delle più famose creazioni digitali degli ultimi anni. Non si tratta, infatti, del solito ammazzatutti con una spolveratina di storia, data tanto per mettersi la coscienza a posto. Il gioco, che è un gioco e quindi non pretende di insegnare niente, è però attento a fatti e cronologie come un romanzo storico che si rispetti. Gigioneggia coi personaggi i luoghi e con le date. Crea un mondo parallelo, onirico, e violento, ma non campato in aria.
Tanto per dire, all'inizio di tutta la vicenda c'è il Milione di Marco Polo e la leggenda del veglio della montagna: «Lo Veglio è chiamato in loro lingua Aloodin. Egli avea fatto fare tra due montagne in una valle lo più bello giardino e 'l più grande del mondo...E in questo giardino non intrava se none colui cu' e' volea fare assesin(o)...E quando lo Veglio vuole fare uccidere alcuna persona, fa torre quello che sia lo più vigoroso, e fagli uccidire cui egli vuole. E coloro lo fanno volontieri, per ritornare al paradiso... E in questa maniera non campa niuno uomo dinanzi al Veglio de la Montagna... e più Re li fanno trebuto per quella paura».
È di questa setta che fa parte Altäir ibn La-Ahad il primo degli assassini di cui il giocatore indossa le vesti (venendo dal futuro attraverso un meccanismo che servirebbe una vita per spiegare, perché il digitale ha molte più possibilità di quante ne abbia la carta). E vestendo i panni di Altäir, assassino che si è fatto recidere un mignolo per meglio estrarre i propri pugnali segreti, si attraversa la Palestina della Terza crociata (siamo nel 1191) per impedire che i cavalieri templari che hanno alleati su entrambi i fronti, quello cristiano e quello musulmano, mettano in atto un piano per prosperare sulla guerra e creare un loro regno autonomo. E se il gioco è bello per ambientazione, per la possibilità di interagire con i personaggi che si incontrano per i vicoli di Acri, Gerusalemme o Damasco, per la necessità di sviluppare un piano mentre si localizzano i potenti da eliminare, il vero surplus è l'abilità con cui gli autori hanno pasticciato con la Storia con la S maiuscola. Il Gran Maestro dei Templari Robert de Sablé, che è uno dei bersagli di Altäir, davvero è stato uno degli uomini più influenti di Palestina e ha contribuito alla vittoria di Riccardo cuor di Leone ad Arsuf. Così come sono esistiti molti altri dei personaggi, come Garniero di Naplusa o Guglielmo del Monferratto. Certo, questi potenti del tempo vengono trasformati in cattivoni un po' stregoneschi, con lo stesso spirito di Walter Scott intento a tratteggiare i cattivi Cavalieri del tempio in Ivanhoe.
E se il gioco diverte, nelle accalcate città mediorientali, lo fa ancora di più se ci si sposta nell'ucronia rinascimentale. Lì la setta degli assassini, in eterna lotta con i discendenti dei templari conta un suo nuovo esponente italiano: Ezio Auditore (che ha ovviamente legami di sangue con Altäir). Ezio si muove nelle affollatissime città italiane, tra botteghe, prostitute e palazzi dei potenti sullo sfondo di una delle epoche più travagliate della penisola, la vicenda si svolge infatti dal 1476 al 1499. Si vivono così i torbidi della Congiura dei Pazzi, l'ascesa al soglio pontificio di Roderigo Borgia, le predicazioni di Savonarola. E fanno la loro comparsa sulla scena come nemici o alleati di Ezio (se il giocatore non è bravo, però, i veri alleati sono i segaossa che si incontrano nelle botteghe dei cerusici e da cui ci si fa rimettere in sesto): Machiavelli, Lorenzo De Medici, Caterina Sforza, Leonardo Da Vinci e anche Girolamo Riario signore di Forlì. E non basta più solo affettare gli avversari usando mosse simili a quelle dei «danzatori» di parkour (unica concessione giovanilistica e fuoriluogo del videogame) bisogna anche essere umanisticamente attenti al denaro, neanche gli autori del gioco si fossero letti il Trattato della famiglia di Leon Battista Alberti. Ezio Auditore ha una villa vicina a Monteriggioni (uno dei più begli esempi di villaggio fortezza della Toscana) la cui proprietà va fatta rendere in modo da potersi comprare armi e attrezzature oltre che per godersi qualche piacere della vita, tra una missione e l'altra. Non bastasse, a seconda delle varie versioni del gioco è anche possibile visitare ricostruzioni digitali di Palazzo De Medici a Firenze, o la chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia o l'Arsenale. Ecco spiegato perché decine di migliaia di appassionati abbiano aspettato con foga l'uscita di questa puntata a novembre, e altre decine di migliaia aspettino l'arrivo della versione per personal computer che arriverà a marzo. Senza contare i maniaci che non sono riusciti a dormire nell'attesa dei primi contenuti aggiuntivi scaricabili on-line come «Il falò delle vanità» in arrivo questo mese.
Tutto sommato allora il gran cianciare di romanzi digitali in cui al testo si collegano le immagini, insomma il can-can sul romanzo interattivo, figlio dei librogame degli anni '80, sembra essere morto prima del tempo. Il romanzo è il romanzo e lo sarà anche in digitale. Ma il «libro avventura» esiste già e si chiama videogioco. Almeno quando il videogioco ha una trama e un ordito di questo livello. Tant'è che, in questo caso è il digitale a trasformarsi anche in cartaceo: arriverà in libreria il 23 febbraio per i tipi di Sperling&Kupfer Assassin creed Rinascimento (pagg. 405, euro 19,90). Un romanzone a firma Oliwer Bowden che ricalca abbastanza pedissequamente le orme del gioco. E il librone che si potrebbe anche leggere anche senza poi smanettare su una console, diverte se ci si lascia prendere dal fluire del racconto. Certo non poteva mancare anche il classico «regalino»: un codice in quarta di copertina che offre la possibilità di accedere ad alcuni contenuti speciali della versione per pc. Tutto questo in attesa che la saga diventi anche un film.
E al solo pensare una mitopoiesi digitale del genere a qualche critico vecchio stile potrebbe anche venire un colpo. Stanno ancora digerendo Eco e i suoi noiosissimi fumetti. Ma pazienza, il nostro rimpianto non è questo.

La critica pazienza, ma se solo non avessimo sbagliato quell'ultimo affondo che c'è costato la vita battendoci nel nome della setta il cui credo è: «Trattenere la lama dalla carne degli innocenti. Nascondersi alla vista. Mai compromettere la confraternita...».

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