L’affaire Manaudou: amore e vendetta

Dopo la rissa in piscina, sul web le foto osé della campionessa di nuoto. Ma l’ex Luca Marin si difende: "Io non c’entro"

L’affaire Manaudou: amore e vendetta

Laure esce dalla vasca ed è nuda. L’altro ieri era a Debrecen, una cittadina dell’Ungheria dove la piscina è solo il palcoscenico per una commedia italo-francese dal sapore amaro. Poco cloro, molto sale. Laure Manaudou e Luca Marin, il nuoto conta pochissimo, il pubblico si gusta lo spettacolo dei cuori spezzati. Laure lascia Luca. Se ne va con l’altro, il francese. Luca si arrabbia, un po’ la insulta. Lei offesa gli tira l’anello. Rissa e nuovi insulti.

Manaudou-Marin atto secondo è ieri, su internet. Al sito sansure.over-blog.com bastano quattro foto (guarda le immagini) per scatenare curiosità e gelosie, per non lasciar morire la pièce. Les photos hot de Laure Manaudou. La campionessa è senza costume, qualcuno l’ha ripresa con un telefono cellulare. Uno scatto, due, cinque. È in una stanza d’albergo, gioca con la fotocamera come, fino a qualche mese fa, si divertiva a mostrare la mano alla fine di ogni gara: «Iloveyou», la scritta per il suo Luca, il suo campione siciliano. Il blog insinua: secondo voi è vendetta? Il canovaccio è quasi troppo semplice. Luca Marin nega: «Con queste foto non c’entro». Non ha regalato lui la sua Laure in quelle pose agli occhi del mondo, la luce soffusa che circonda la sua schiena appoggiata alla porta, l’immagine riflessa nello specchio con lei che guarda di sottecchi, lo spogliarello nel bagno con le piastrelle grigie, lo sfondo anonimo di una storia finita male. «Sono sconcertato - ha detto Marin -. Ho visto con grande dolore le foto di Laure sui siti italiani». Lei che si tira giù gli slip e mostra un geco tatuato, che si copre il seno bianco bianco, con il segno del costume olimpionico, il marchio della campionessa che le dipinge anche la schiena e il sedere, un chiaroscuro strano nell’era del topless, il corpo tutto muscoli, lo sguardo malizioso, il braccio che tocca la telecamera, un ciuffo di capelli morbido sulla fronte.

Laure Manaudou, ormai, l’hanno vista tutti: qualcuno ha reso languida la ragazzina ingenua e innamorata, è entrato nella sua intimità, l’ha ritratta fra piastrelle banali e una tenda in plastica della doccia, poi ha scattato e messo in rete e, da languida, la sirena è diventata un pesce qualunque. Laure, non si fa così, le aveva detto l’altro ieri Luca a Debrecen. La rissa non è bastata: ci sono stati i litigi tra squadre, il fratello di lei, i compagni di lui, l’Italia di qua, la Francia di là, ma quali amori che uniscono. Gli amori spezzano, e la bella Laure a fine gara era tracassée, «sopraffatta», scriveva ieri L’Équipe, la mente turbata e il corpo che non rispondeva più come quello di una campionessa.

Laure occhi da cerbiatto era cupa, non per il secondo posto: perché qualcuno le ha visto l’anima e gliel’ha strappata e, poi, l’ha anche messa su internet. Non sarà stato il suo Luca: ma la sirena non canta e non incanta più.

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