L’allarme dei concessionari: «Due milioni di accessi ai siti irregolari ogni giorno»

«I tentativi di accesso ai siti irregolari oscillano fra i 2 e i 3 milioni al giorno. Da gennaio a settembre, inoltre, ci sono stati 521 milioni di click su domini privi di concessione». La denuncia, emersa al Monaco Igaming Exchanges, porta la firma di Andrea Bizzarri, direttore dell’ufficio Aams dedicato al contrasto del gioco illegale. Una mostruosità. Con qualche distinguo: «Queste cifre non significano che più di 2 milioni di italiani cercano quotidianamente di connettersi a siti illeciti. In molti casi è la stessa persona che cerca di accedere ai siti illegali, a volte anche involontariamente partendo da una semplice ricerca sul web con uno dei motori a disposizione sui computer. Per questo motivo si potrebbe cercare una collaborazione proprio con i motori di ricerca, al momento però si tratta solo di una semplice ipotesi. Lo snodo cruciale continuerà a essere rappresentato dalla collaborazione fra Monopoli di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Postale e Internet Provider». Alla luce di questo intervento non sorprende la notizia che la «black list», in vigore da domani, comprende 2.547 siti illegali, inibiti ai giocatori italiani, vale a dire 147 in più rispetto al censimento del 26 luglio scorso. Neanche a dirlo la maggior parte riguarda i siti dei casino online. Sull’aggiornamento della lista, Bizzarri spiega: «Il lavoro di Aams è affiancato da un pool presso Sogei che ha anche il compito di informare l’Amministrazione dello Stato a cadenze mensili».
Ma come funziona il sistema di oscuramento? Lo spiega con dovizia di particolari Francesco Rodano, responsabile del gioco online in senso ad Aams: «Alla base di questa complessa operazione ci sono cinque step fondamentali. Vale a dire l’identificazione del sito; la comunicazione dell'imminente oscuramento al provider; il blocco del sito attraverso il sistema del reindirizzamento; il controllo dell'efficacia del processo di oscuramento; il monitoraggio dei tentativi di accesso dei giocatori al sito oscurato. Oltre un centinaio di nuovi Isp si aggiungono mensilmente alla black list». Per la cronaca gli Internet Service Provider che violano le disposizioni, introdotte con una legge del 2006, vengono sanzionati con multe tra 30mila e 180mila a violazione.
Ogni giorno moltissimi giocatori di casa nostra perdono faccia e soldi nella rete dei siti illegali senza avere alcuna possibilità di rivolgersi a una qualsiasi autorità per far sentire le loro ragioni. La tutela è uguale a zero. Eppure i tentativi di accesso, lo avete appena letto, si contano a milioni nel giro di una sola giornata. Ma cosa li attrae? Il gusto del proibito, la voglia di giocare senza farsi identificare dallo stato, la possibilità di puntare forti somme, magari con l’intenzione di lavare il denaro sporco, proveniente da affari illeciti? Forse un cocktail di tutti e tre questi elementi.
Ascoltiamo il parere di Massimo Passamonti, coordinatore area giochi di Confindustria: «Lo stato italiano ha fatto più di qualsiasi altro nel mondo e la barriera è una delle più efficienti. Ma rifacendomi a una canzone di Battisti mi chiedo se uno scoglio può arginare il mare. A mio parere i tanti tentativi di migrazione verso i siti fuorilegge sono riconducibili a due motivi, da un lato la voglia di trasgressione e dall’altro l’illusione di trovare soluzioni più vantaggiose. Un’illusione. I nostri operatori sportivi offrono quote simili a quelli dei bookmaker stranieri e sul poker online le differenze sono minime. Ci sono meno controlli, questo sì.

Ma anche meno tutela nei confronti di chi gioca fuori dai binari legali e non ha motivo di lamentarsi se poi resta fregato. Il modello italiano va preso a riferimento, può diventare la traccia d’una Magna Charta a livello internazionale».

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