Le manifestazioni di ogni tipo possono essere paragonate a una scalata, e si possono anche dividere in due categorie, quelle che raggiungono la vetta e dopo qualche anno scompaiono e altre che vi rimangono e poi ne raggiungono ancora di più elevate. Il Festival di film della montagna di Trento è in questa seconda categoria. E lultimo, conclusosi laltra notte, ha raggiunto un livello del quale la parola perfezione non è sprecata. Le fondamenta sono ovviamente i film, tutte e tre le Genziane doro sono state assegnate (non sempre è accaduto), e anche quelle dargento. Poi ci sono stati molti altri eventi ed ospiti straordinari come il francese Pierre Mazeaud, giurista di una dinastia famosa, intrattenuto dal valente collega Pietro Crivellaro e consacrato anche dal presidente del Festival Italo Zandonella Callegher. Il suo incontro è stato sostenuto - eccome! - da un filmato sulla tragedia del Freney nel 1961 e altre immagini sulla vita dellEverest. Joe Simpson, per la prima volta in Italia dopo il successo mondiale del suo libro La morte sospesa purtroppo a Trento ha fatto una specie di toccata e fuga mentre tutti avrebbero voluto conoscerlo meglio e ha avuto i suoi meritati applausi. Ha promesso di tornare. Poi ci sono state scalate russe, musiche e naturalmente incontri e film di ogni genere. I massimi premi sono stati assegnati da una giuria internazionale (Tue Steen Müller, Sylviane Neuenschwander-Gindrat, Elio Orlandi e Siba Shakib) assolutamente imparziale e presieduta dallitaliano Maurizio Zaccaro. Questi i tre prestigiosi onori: Genziana doro Città di Bolzano al miglior film di esplorazione Heimatklänge di Stefan Schwietert (Svizzera), una sorta di festival dello Jodler in stravaganti e approfondite versioni universali; Città di Trento al film 4 Elements di Jiska Rickels (Olanda), i quattro elementi di forza della natura: terra, acqua, fuoco e aria. Il regista ha saputo far sentire bravamente lancora esistente lotta delluomo per dominare queste quattro forze.
Il terzo premio, del Club alpino italiano, al film Au delà des cimes di Rémy Tezier (Francia) un lavoro puntiglioso e geniale che ha donato qualcosa, unautentica sorpresa per tutti il rapporto con la roccia, con il granito, con i fiori, con i brividi di un baratro e una luce oltre le cime, protagonista la fuoriclasse del verticale Catherine Destivelle sempre giovanile nonostante le sue splendide 47 primavere. Una pellicola che stupirà il mondo intero e non soltanto le persone attratte dalle bellezze dei monti. Un grazie a Maurizio Nichetti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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