L’arte di rispondere senza dire niente

L’arte di rispondere senza dire niente

L’arte di rispondere senza dir niente: messo così, sembra facile. Ma provate un po’ voi a fare come il sindaco e gli assessori che sono bravissimi a rispondere alle interrogazioni in Consiglio comunale con acrobazie dialettiche sopraffine dal contenuto impalpabile? Ci vuole una capacità che levati, una professionalità consolidata, una competenza esagerata e, soprattutto, una faccia da schiaffi da Guinness dei primati. Tutte virtù che non fanno difetto agli amministratori di Tursi, che ne danno prova esemplare sistematicamente ad ogni seduta. Quella di ieri pomeriggio, ad esempio. C’è il consigliere di Forza Italia Guido Grillo - glorioso vissuto socialista alle spalle, e forse anche per questo aduso alle tempeste - che si permette di interpellare la giunta dopo aver constatato le condizioni disastrose della città ogni volta che piove: «Basta un temporale, e Genova finisce regolarmente a bagno. Possibile? Cosa pensate di fare - conclude guardando nelle palle degli occhi l’assessore Valter Seggi, signore delle acque - per impedire questo scempio?». Immediata la replica, solo il tempo di alzarsi in piedi e accendere il microfono. Se si tratta di dare spiegazioni, Seggi non si fa pregare. E scende in particolari che non t’aspetti. Difatti: «In 65 minuti esatti - attacca, facendo finta di guardare gli appunti che in realtà sono un pacco di fogli assolutamente bianchi - sono caduti sulla città 40 millimetri di pioggia. Un evento eccezionale». Pausa. Un brivido percorre la sala: Genova come le lande tropicali, roba da prenotare l’Arca. Ma non è ancora finita. Seggi, ormai, è in vena di rivelazioni: «Le previsioni meteo parlavano di allerta 2», si poteva presagire la doccia. L’assessore insiste senza negare i particolari: «S’è verificato qualche problema in via Lanfranco, per colpa di uno smottamento, si sono allagate alcune zone esondabili, e se ci fosse stato lo scolmatore del Bisagno le conseguenze sarebbero state minori». I dettagli si sprecano, ma Grillo resta perplesso: prova a sollecitare chiarimenti facendo - in tema - gesti eloquenti con le braccia che ricordano un ombrello. Riesce nell’intento, e Seggi si sbilancia come mai ha fatto prima: «Se piove così - fa, allargando a sua volta malinconicamente le braccia - c’è poco da fare». Amen.
E mentre Grillo salta sulla sedia, ci prova Gianni Bernabò Brea, capogruppo di An, a stanare la giunta. Con una provocazione inaudita: «Che provvedimenti avete preso per stroncare gli episodi di vandalismo ai bus dell’Amt che mettono a repentaglio la sicurezza dei passeggeri?». Arcangelo Merella chiarisce (si fa per dire): «Ci sono stati 54 episodi vandalici da giugno a oggi. Soprattutto, in coincidenza con i mondiali di calcio». Allarme soft: «Siamo preoccupati». Infine, la garanzia: «Il sindaco Pericu e l’assessore Margini si sono già recati due volte al Campasso», che sarebbe una specie di Bronx. Si può stare tranquilli. Bernabò Brea è tramortito. Si fanno avanti Paolo Repetto (Udc e casinista, nel senso di fedele a Pierferdinando Casini) e l’ex comandante dei vigili e poeta Remo Benzi (Liguria nuova). Chiedono rispettivamente di piazza Savonarola, appena rifatta e già in degrado, e dello stato penoso di via Paleocapa. Replica ancora Merella: «È vero, siamo in difficoltà.

Ma i cittadini dovrebbero essere più educati e sporcare meno. In via Paleocapa, poi, la situazione è tragica, ma ne parliamo a primavera». Quando si dice la sintesi! Più chiari di così si muore. Appunto.
(ha collaborato Roberta Bottino)

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