L’esercito dei robot verso il fronte

Entro l’inizio del 2010 saranno sperimentati sul terreno in Afghanistan "soldati" col computer al posto del cervello. Sparano solo su preciso ordine, ma si orientano e muovono in autonomia

L’esercito dei robot verso il fronte

Grand Primarie - «Joe, vieni avanti, raggiungimi». Il capo della squadra di fanteria ha bisogno di munizioni… e in fretta. Il soldato Joe ha compreso l'ordine che il sergente ha impartito muovendo il braccio, mentre parlava a bassa voce, perché il nemico può ascoltare. Joe scatta, si muove in fretta, supera un fossato, scavalca una montagna di detriti e raggiunge i compagni, che possono così rifornirsi e ne approfittano per prendere borracce d'acqua e per ricaricare le batterie dei sistemi elettronici e delle radio.

«Joe, ora vai avanti, controlla se dietro la collinetta ci sono pericoli. Ma non scavalcarla». Joe obbedisce, sale lentamente, si ferma sotto il crinale, poi alza la testa e osserva la zona. Le immagini raccolte dalla telecamera sono trasmesse sul visore del sottufficiale, che resta al sicuro, qualche centinaio di metri più in basso. Un colpo di fucile… La pallottola del cecchino colpisce in pieno Joe, si sente un rumore metallico. Ma il sergente non si preoccupa. Le corazze di Joe non soffrono: Joe è sì un membro della squadra, ma è anche… un robot. Un soldato robot, che invece delle gambe ha sei ruote, un computer al posto del cervello, mentre i suoi sensi sono rappresentanti da una batteria di telecamere, laser e sensori acustici.

La scena descritta non è fantascienza, ma realtà. Per ora si tratta di test ed esercitazioni, condotte alla scuola di fanteria dell'esercito americano di Fort Benning o in campi prova, ma presto, forse entro fine dell'anno o agli inizi del 2010, un piccolo numero di "Joe" andrà in teatro operativo, in Afghanistan, per condurre una sperimentazione in azione.

Il robot in questione è realizzato dalla Lockheed Martin, il suo nome è Smss, che sta per sistema di supporto di missione per la squadra, è nato nel 2006 e in questi anni è "cresciuto" parecchio, soprattutto in termini di intelligenza artificiale. Agli inizi aveva bisogno di un conducente umano a bordo per tenerlo d'occhio, oggi invece fa da solo. È lungo poco più di 3 metri, largo 2 e alto 1,8, pesa quasi 1.800 kg a pieno carico e può percorrere oltre 300 km in terreno accidentato. La Lockheed lo ha sviluppato con propri fondi e lo vede come complemento ideale dei reparti di fanteria leggera, delle forze speciali. Oggi ogni soldato deve portarsi un carico di equipaggiamenti e armi che pesa sui 70 kg e c'è bisogno di qualcuno che lo aiuti. Questo qualcuno potrebbe essere l'Smss, che però per fare successo deve diventare davvero parte della squadra. «Se ci fosse bisogno di un soldato per fargli da balia avremmo fallito: il robot deve essere autonomo, al massimo può chiedere aiuto se si trova nei guai», dice un ingegnere. E perché sia accettato dai soldati l'Smss deve stare con loro giorno e notte, dal jogging mattutino alle azioni di combattimento.

Il robot sa già orientarsi, muoversi automaticamente, scegliere il percorso migliore per raggiungere un punto definito o il suo comandante. Presto saprà rispondere agli ordini vocali e riconoscere i gesti standard tattici. Se i suoi compagni marciano, lui va al passo, se corrono accelera, se si fermano… fa altrettanto. Può anche essere controllato a distanza, la consolle di dialogo uomo-macchina è semplicissima, a prova di soldato diciannovenne (e di giornalista: dopo pochi minuti ero già in grado di far correre ed evoluire un Smss per il centro di sperimentazione robotica della Lockheed nei pressi di Dallas… senza rischiare di far disastri). La consolle pesa 4 kg, ma quella definitiva sarà ben più leggera ed ergonomica: molto simile a quella di un videogioco. Ma l'Smss non è un giocattolo.

Nella configurazione base il suo compito e trasportare tutto quello che serve alla squadra: zaini, armi, munizioni, acqua e potabilizzatori, generatore. Nonché robottini più piccoli, da usare per esplorare un’area urbana o un edificio. Tra meno di un anno arriveranno i sistemi di sorveglianza a lungo raggio e poi le configurazioni armate.
L'Smss sarà pronto per la produzione di serie nel 2012. Di prezzi non si parla, ma una versione evoluta potrebbe costare sui 200.000 dollari. Intanto la Lockheed sta sviluppando altri robot ruotati, più grossi, sofisticati e costosi. Il Mule (sì, proprio mulo) entrerà in servizio intorno al 2014 ed è un mezzo da 2,5 tonnellate con eccezionale agilità, propulsione silenziosa ibrida diesel-elettrica e in futuro elettrica, ruote senza pneumatico in compositi elastici e una intelligenza supersviluppata. Può sfondare barricate, guadare corsi d'acqua, scavalcare trincee. E poi c'è il robot da ricognizione, l'Arv-A. Pesa 3,2 tonnellate, è armato di mitragliatrice e missili. Vede molto meglio di un uomo, di giorno come di notte, corre più veloce, sa scoprire e identificare il nemico e puntare le armi.

E potrà operare in gruppo, con più robot che lavorano autocoordinandosi. «No, non spara da solo - mi anticipa un tecnico -: quando incontra il nemico lo mette sotto tiro, ma la decisione di aprire il fuoco richiede l'intervento umano». Per ora.

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