L’ex direttore dell’Espresso: «Vicende coniugali, affari loro»

nostro inviato a Cortina d’Ampezzo

Ci vuole qualcosa di serio come la luce del tramonto, altro che il gossip, per far arrossire le Dolomiti. Dato che loro, Gran Dame di mondo, nonché di roccia, mai si sarebbero imporporate per quella storiella fatta di nulla che da mesi tracima, grondando inchiostro e pelosa indignazione, dalla stampa democratica e «Repubblicana». Era però inevitabile che al richiamo dell’interrogativo «Premier o “papi”?» astutamente scelto dagli organizzatori dei convegni Cortina Incontra per servire anche in salsa montanara il feuilleton che vede al centro Silvio Berlusconi, non mancasse la folla abbronzata e in maglioncino da sera.
«La verità – ha esordito Paolo Cirino Pomicino – è che Berlusconi è al tempo stesso premier e “papi”. Proprio perché quella sua vitalità è una componente quasi permanente del suo temperamento. Detto questo, aggiungo però che voler separare la vita privata e quella pubblica di un uomo di governo è una colossale ipocrisia. Perché non sono i giornali a poter far dimettere un leader politico, ma solo gli unici due soggetti sovrani di una democrazia, ovvero gli elettori nelle urne e il Parlamento nello svolgimento della sua attività».
Così, ha aggiunto Pomicino, «quando ci chiediamo che cosa rappresenti Berlusconi nel nostro sistema politico», la conclusione è che «Berlusconi è un’energia irripetibile, quella che si è del resto già venuta a creare altrove e in altre epoche, per esempio con De Gaulle in Francia, quando entrano in crisi i sistemi politici tradizionali». Energia irripetibile dimostrata dal fatto che quella discesa in campo del ’93 «ha bruciato le speranze di chi aveva ordito un cambio al potere per via giudiziaria», ha ricordato Pomicino.
Concetto di energia riproposto con diverse parole da Maria Latella direttore del settimanale A e opinionista di Sky. Facendo riferimento al suo libro «Come si conquista un Paese», storia di quei pochi mesi iniziati con la discesa in campo di Berlusconi nel luglio ’93 e culminati con l’imprevisto e travolgente successo elettorale della neonata Forza Italia, Latella ha detto che «in quell’arco di tempo così breve è cambiato tutto e noi giornalisti, ma non soltanto noi, abbiamo commesso un grave errore di sottovalutazione. Non abbiamo capito niente di che cosa stava succedendo in un’Italia che non sarebbe stata più la stessa».
È parso invece sfuggire alle polemiche sulle vicende familiari del premier e della moglie l’editorialista di Repubblica ed ex direttore dell’Espresso, Giovanni Valentini, autore del libro «La sindrome di Arcore», dichiaratosi «poco interessato alle loro vicende coniugali, dato che sono affari loro». Mentre affari suoi, e di tutti, in primis del premier, dovrebbero essere quelli della crisi economica e delle difficoltà delle famiglie. Perché, ha aggiunto però con discutibile eleganza, «non basta il Viagra per sollevare il Pil».
Cirino Pomicino, rivolgendosi alla parlamentare del Pdl Melania Rizzoli, e attraverso lei ai parlamentari e ai responsabili del Pdl, ha aggiunto che ora però «Berlusconi deve aiutare la democrazia italiana a prepararsi per il giorno in cui dovesse decidere di andarsene via, magari innamorato, ai Caraibi». Anche perché, ha ironizzato l’ex ’o ministro, la sinistra non può salire in cattedra e tantomeno sull’altare.

«Devono smetterla con il loro stucchevole moralismo, dal momento che con le loro stagiste, giovani e carine, messe o imposte in lista, non hanno fatto altro che rincorrere Berlusconi e il suo stesso modello di democrazia liberistica. Per dirla alla napoletana, hanno fatto e continuano a fare copia copiella».

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