L’idea di Dalla Piccola: «Diamo in adozione gli embrioni orfani»

Il genetista: sono oltre 2.500, lasciarli morire in un frigorifero mi sembra assurdo

da Roma

«Diamo in adozione gli embrioni orfani».
La proposta è del genetista Bruno Dalla Piccola che indica una terza via per i 2.527 embrioni abbandonati e congelati. Un’alternativa per salvarli sia dalla distruzione inevitabile nel caso in cui fossero destinati alla ricerca scientifica sia dalla inevitabile morte nel freddo se fossero lasciati semplicemente in questa condizione.
Per il momento quelle migliaia di embrioni abbandonati hanno trovato una casa, costruita alla Fondazione Policlinico di Milano proprio per ospitare gli “orfani”, prodotti in sovrannumero e non più reclamati dalle coppie italiane che si sono sottoposte a tecniche di procreazione medicalmente assistita. La casa si trova nel Centro di medicina trasfusionale, terapia cellulare e criobiologia della Fondazione, all’interno del quale è stata installata la Biobanca nazionale perfettamente pronta ad accoglierli non appena si deciderà il loro trasferimento.
Per quanto riguarda la relazione sul funzionamento della legge 40 nel suo primo anno di attuazione anche Dalla Piccola invita alla cautela nel giudizio visto che «riguarda pochi mesi e si tratta di un rilevamento parziale nei circa 300 centri». Oltretutto per quanto riguarda le percentuali di successo Dalla Piccola sottolinea come non sia indicata l’età delle donne che si sono sottoposte alla fecondazione assistita che invece incide molto sui risultati.
Professore come sta funzionando la legge 40?
«Direi che non ha cambiato significativamente i risultati, abbiamo circa un 2,5 per cento dei nati in meno. Una flessione di un centinaio di nascite che non ci dice molto. Occorre aspettare il monitoraggio del prossimo anno».
Anche se i dati sono parziali si può dire se questa è una legge nociva per la salute della donna? Questa era la tesi della sinistra quando era all’opposizione e la legge venne approvata dal governo Berlusconi.
«Con questi risultati il gran polverone sollevato sull’applicazione della legge si dirada, possiamo dire che è stata fatta una grande tempesta in un bicchier d’acqua. Si registra una percentuale minima di riduzione a fronte però di maggiori controlli. Grazie alla legge è stata attivata l’informazione sui livelli di assistenza in tutti i centri che operano in questo settore. È stata incentivata l’innovazione tecnologica. Sicuramente poi il rigore delle norme e dei controlli rappresenta una grande beneficio per la salute della donna e la tutela del benessera della coppia. Si è posto fine ad una serie di abusi e speculazioni sulla pelle delle coppie che tentavano disperatamente di avere un figlio senza alcun riguardo per le conseguenze sul loro fisico. Lo sfacelo annunciato comunque non c’è stato».
Sull’adozione degli embrioni orfani le perplessità sono molte. Oltretutto la legge 40 vieta la fecondazione eterologa: non sarebbe una contraddizione?
«È un problema ed io sono aperto al dibattito. Mi sento però di fare una proposta: diamoli in adozione.

Lasciarli morire in un frigorifero mi sembra assurdo. Se ne può occupare il Comitato di Bioetica e ci dovrà sicuramente essere un confronto anche per l’eventuale destinazione alla ricerca scientifica. Comunque quella dell’adozione mi sembra una buona opzione».

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