L’interista: «Torturatemi pure ma stavolta non ho sbagliato»

Il tecnico: «Mi ha aggredito, da quando è campione fa lo sceriffo»

Francesco Rizzo

da Milano

Il record nasconde una spina. Incidenti che capitano, nella vita di una capolista. L'Inter scardina un Messina ordinato e fin troppo prudente, ma nel dopo partita, più che di Figo architetto e operaio o del fendente di Ibra, si discute della bagarre che ha preceduto l'intervallo. Tutto accade nel recupero del primo tempo: palla in fallo laterale all'altezza della panchina ospite, il tecnico del Messina Bruno Giordano raccoglie la sfera e la nasconde un po', senza consegnarla a Marco Materazzi, che vorrebbe affrettare la ripresa del gioco. Contatto fisico fra i due, manata di Giordano al difensore interista, rischio-zuffa in campo. L'arbitro Stefanini caccia Giordano e ammonisce Materazzi, proprio l'autore, a inizio ripresa, dello splendido 1-0 che spegne i sogni del Messina. Non certo le polemiche.
Primo round, montante di Giordano, furente. «È assurdo, sono stato aggredito. Materazzi si sente uno sceriffo perché è campione del mondo e gli arbitri gli permettono qualsiasi cosa. Io vado fuori dal campo, lui continua a giocare e nel secondo tempo ci fa anche gol: la partita è stata falsata. Materazzi non può venire a prendersi la palla nella panchina della squadra avversaria, un giocatore deve stare in campo: la palla gliela avrei data. Peccato, la squadra mi è piaciuta per carattere e gioco». Secondo round, gancio di Materazzi. «Ho subito un'ammonizione scandalosa. Le regole dicono che bisogna lasciare il pallone dov'è e invece un allenatore si prende il pallone! In più, mi rifila una manata, vedete voi se dovevo essere ammonito... Non ho istigato né provocato. In passato ho commesso errori e pagato ma se ho ragione la pretendo. Potete torturarmi ma non ammetterò mai di aver sbagliato».
Basta così? Macché. Rincara la dose il messinese Parisi, vittima di un fallo di reazione di Vieira, non visto dal guardalinee, proprio prima del «duello» Giordano-Materazzi. «Il francese mi ha scalciato da dietro, il guardalinee era a pochi passi: gli ho detto di assumersi le sue responsabilità, di essere coraggioso... ma sfortuna vuole che in quel momento ci fosse un episodio più importante di questo a favore di una grande squadra...». Punture sulla pelle dell'Inter, che, comunque, continua a viaggiare come un treno. «La lotta scudetto durerà fino alla fine», legge il futuro Materazzi, «la mia rete? Ne ho fatte in rovesciata anche in serie B. Ma il mio mestiere è non farle subire». Questa, però - dedicata ai due giovani juventini scomparsi sabato sera - ha il merito di aver sbloccato la gara. Mancini: «Il record? È un onore aver superato allenatori come Herrera e Trapattoni ma quello che conta è il bersaglio finale». E guai a dire che, se Materazzi segna un gol d'autore, è proprio l'anno dell'Inter: «Ricordate che ha segnato pure nella finale mondiale...».

Del resto, Adriano non va in rete da marzo. «Non sta benissimo ma in mezz'ora di gioco è andato vicino al gol diverse volte, anche con il passo dei vecchi tempi». Chi il passo non lo ritrova è il Messina, giunto a cinque sconfitte di fila.

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