L’intervista Il presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia

«Possiamo farcela», spiega Massimo Passamonti, presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia, che vuole realizzare una Lega per rivoluzionare il sistema in crisi nera, «Il rilancio dell’ippica, prossima a un punto di non ritorno, può passare solo attraverso un progetto che rivoluzioni il sistema e lo porti all’autosufficienza attraverso criteri di imprenditorialità. Altrimenti la battaglia è persa per colpa dei soliti noti che hanno vissuto per anni grazie a un modello assistenziale non più percorribile», dice Passamonti, che ha presentato al Governo un piano condiviso con FederIppodromi.
L’ippica ha ancora un futuro dopo le sberle prese negli ultimi anni?
«Ma certo. Il potenziale è altissimo per gli impianti di buon livello, gli allevamenti di prim’ordine, lo spettacolo insito nelle corse».
Il cavallo continua a piacere…
«Lo dimostra il successo di Fiera Cavalli a Verona che macina numeri di record».
E allora perché il settore rischia la chiusura?
«Bisognerebbe domandarlo a chi pensa ancora di andare avanti con 40 ippodromi e corse di 5-6 cavalli. In Francia ci sono una novantina di impianti, ma quelli che fanno da volano al movimento sono una decina con gran premi di qualità e iscritti almeno in doppia cifra».
In due anni le scommesse sportive sono scese da 2 a 1,37 miliardi. Come cambiare il trend?
«Con la creazione di una Lega per rilanciare l’ippica attraverso criteri di qualità e managerialità. Non solo sport, ma anche intrattenimento, come negli Usa. All’interno di questa associazione dovrebbero confluire i migliori ippodromi, quelli che rispondono a determinati parametri, i migliori cavalli, i migliori driver e fantini».
E gli altri ippodromi, li chiudiamo?
«Ma no. I gestori e i proprietari debbono continuare a fare attività sul territorio in una Lega per così dire minore e comunque in un sistema che sia sempre a vasi comunicanti».
Ci sono i soldi per un progetto così articolato?
«Dalle scommesse arriveranno al massimo 150 milioni, ne servono invece 300 per gestire, unire, ippodromi e montepremi. Se vogliamo farci ascoltare dal Governo dobbiamo dimostrare di fare da soli, riducendo le uscite.

Ma nei primi tre anni abbiamo bisogno di un budget di 120-150 milioni per ammodernare gli impianti, riportare la gente alle corse e implementare il montepremi».
E a chi spetterebbe fare da garante?
«Al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, cioè a un soggetto pubblico che non coltivi interessi con gli attori di questo meraviglioso mondo».

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