L’invasione delle transenne

Nel recente passato strutture come queste sono rimaste per mesi

Roberta Bottino

Piazza Piccapietra e l'invasione delle transenne. No, non si tratta del titolo di un film di fantascienza, ma è la tragicomica realtà. Il Comune di Genova per mezzo di Aster, una delle sue «figlie» predilette, ha riempito la piazza di decine di transenne, onde evitare che coloro che passano da lì si possano far male cadendo o inciampando tra le grate posizionate sull'asfalto. Un'esagerazione di arredi urbani metallici che suscitano un po' d'ansia: sembra che l'intera zona transennata stia per sprofondare al centro della terra.
In un primo tempo erano state posizionate un paio di transenne sopra le grate più precarie, ora il Comune ha organizzato un vero e proprio «circuito» di strisce bianche e rosse che occupa circa metà della grande piazza. La preoccupazione più grande di coloro che quotidianamente si recano in Piccapietra è quella di vedere, per chissà quanto tempo, quelle transenne abbandonate lì, come già accaduto in passato. In quell'occasione Aster lasciò nei pressi dell'imbocco del parcheggio sotterraneo della piazza una quindicina di transenne per più di un anno. Uno scandalo che suscitò polemiche a non finire, tanto che alcuni cittadini scrissero su un foglio che attaccarono sul muro: «Questo è il simbolo di Genova. Vergogna!».
Questi di Piccapietra sono esempi eclatanti, ma in tutta la città spesso capita d'imbattersi in transenne rotte o arrugginite che a causa del vento e delle intemperie finiscono a terra per poi essere calpestate o buttate in un angolo. Tutto questo accade perché Aster, prima di mettere in sicurezza i numerosi tombini rotti, o la pavimentazione spesso dissestata, lascia passare nella migliore delle ipotesi interi mesi.

Il proprietario di un bar proprio in piazza Piccapietra ha perso ogni speranza. «Ad agosto saremo ancora con le transenne davanti ai tavolini del locale» dice sorridendo, quasi raccontasse una barzelletta. Ma a ben guardare c'è davvero poco da ridere.

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