«L’Italia è un esempio Ma continueremo la lotta all’evasione»

In occasione dell’Enada, la fiera sugli apparecchi da intrattenimento svoltasi a Roma, il sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti ha spiegato cosa si attende dal testo unico sui giochi e quali sono i suoi principi ispiratori. «Spero che il Governo lo consideri un obiettivo di largo respiro e quindi ci lavori con intensità per licenziarlo nel più breve tempo possibile. Gli aspetti fondamentali del progetto si possono riassumere in tre prinicipi. Innanzi tutto la lotta all’evasione che deve rivelarsi sempre più efficace a tutela di tutta la filiera. Il settore è esteso, ma è sotto controllo. Si tratta di un passo fondamentale per garantire il lavoro degli operatori, recuperare risorse a favore dell’amministrazione pubblica e offrire certezze ai cittadini. Fondamentale poi la necessità di far emergere un nesso sempre più evidente fra le entrate erariali e gli obiettivi di carattere solidaristico. Il terzo elemento è rappresentato dall’obbligo di informare correttamente i cittadini per far sì che giochino in maniera consapevole e responsabile. Quindi un obiettivo di comunicazione. Questi tre principi debbono rappresentare l’anima di un settore che rappresenta una parte sempre più ampia e importante del nostro sistema. Lo dicono le cifre, a fine anno ancora da record». Per la cronaca con una raccolta stimata sui 58-60 miliardi di euro.
Se il secondo e il terzo punto si portano appresso valori etici e sociali di assoluta priorità, è sul primo aspetto che gli operatori in regola con le concessioni si aspettano norme certe, chiare e significative. La deregulation è palese, sarebbe ipocrita andare avanti di questo passo. A cosa servono, altrimenti, le licenze? In assenza di una legislazione efficace, a prova di Tar per intenderci, ispezioni e sanzioni perdono di peso specifico. Il gioco sicuro passa anche attraverso interventi di questo tipo.
Nel corso della sua relazione l’on. Giorgetti ha escluso interventi finanziari sui giochi («Con i conti ci siamo»), ha spazzato via la diceria sul gioco compulsivo («L’intrattenimento è un momento importante della vita, ma non è vero che gli italiani siano diventati tutti giocatori accaniti») e s’è soffermato sugli inquadramenti normativi per dare impulso all’occupazione. Con un pizzico di orgoglio e di polemica ha infine parlato del modello italiano: «Siamo un esempio per gli altri Paesi, neanche vi immaginate quanti siano gli incontri con le delegazioni estere che vengono a studiare il nostro sistema normativo in materia di giochi. Vuol dire che abbiamo lavorato bene e che abbiamo adottato finora scelte vincenti. Un elemento di vanto.

Che poi ci sia da compiere un ulteriore salto di qualità, lo sappiamo benissimo. L'apertura al dialogo è nelle corde del Governo. E il Governo ha ben chiara l’idea di far lavorare tutte le componenti di questo settore su prospettive certe grazie a una legislazione moderna e adeguata».

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