L’Italia del volley passa il turno ma ai mondiali finisce all’inferno

Battuto il Venezuela con qualche brivido, gli azzurri finiscono nel girone di Brasile, Cuba, Francia e Germania

Francesco Rizzo

Otto successi consecutivi nella fase di qualificazione alle semifinali e poi solo la medaglia di legno. I recenti mondiali femminili di volley, per le azzurre, sono andati così: una fila di inutili sorrisi, visto che il peggio le attendeva in coda. Per gli uomini la musica finora è stata un po' diversa: in un mondiale che non lesina sugli effetti speciali - la Francia batte il Brasile e perde dai tedeschi, il bulgaro Kaziyski spara 3 ace a partita - agli azzurri è toccato il girone di Nagano, ovvero una trappola al giorno. Lo salutiamo con una sola sconfitta ma anche varie sofferenze, utili forse per arrivare al dunque più preparati.
Ieri l'Italia ha rimandato a casa il Venezuela dopo un 3-1 che è parso un sandwich al cianuro: senza storia nel primo e nel quarto set, vinti lasciando la miseria di 13 e 15 punti agli avversari, da brividi il secondo e il terzo. È il tema ricorrente del nostro mondiale, un set lo abbiamo concesso anche a iraniani e americani: c'è equilibrio, sì, ma sembra che ogni tanto non si possa fare a meno di restare un po' lì a guardare, di incassare una sportellata prima di ritrovarsi. Del resto, ricorre pure un dato più incoraggiante: come Repubblica Ceca e Usa, anche il Venezuela, per metterci in difficoltà, ha dovuto cambiare opposto a partita in corso. Ieri, magari, qualche problema lo ha creato proprio l'opposto venezuelano di riserva, Tejeda (19 punti), già in campo in un secondo set in cui siamo finiti sotto di 3-4 palloni perché la difesa, il muro e tutto quanto funzionava nel primo parziale hanno smesso di girare. E perché il Venezuela ha giocato con l'umore di chi non vuol fare le valigie. Montali, che promuove Semenzato centrale titolare al posto di Cozzi, prova con Cernic per Papi ma non evita l'1-1 (22-25). E il set seguente (25-21) si sblocca solo quando rientrano in gioco le torri, soprattutto Mastrangelo, alla fine un ace e 5 dei nostri 14 muri. Cisolla e Fei aggiungono 43 punti in due. Fei, per ora, è il quinto miglior marcatore del mondiale.
La verità sugli azzurri la dirà il mucchio selvaggio di Hiroshima, un girone a otto che promuoverà le prime due alle semifinali contro le migliori del gruppo di Sendai, dove scattano in pole position Serbia e Polonia e c'è anche la Tunisia del ct Antonio Giacobbe, qualificazione storica per un’africana.

Noi partiamo terzi, dietro l'imbattuta Bulgaria (che nello staff tecnico ha l'italiano Giuseppe De Fina come scout) e il Brasile, che ha perso un match come noi ma ha un miglior quoziente punti. Precediamo, sempre per il quoziente punti, Francia e Germania. Debutto sabato con i tedeschi, domenica c'è Cuba, martedì i brasiliani, mercoledì i «galletti». Un inferno.

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