L’obiettivo di Silvio: «Un voto in più della Lega»

Roma«Mi raccomando, il nostro obiettivo è vincere, sia in Veneto che in Piemonte. Ecco perché vi chiedo di rimanere compatti, per il bene della coalizione. Poi, è ovvio che dobbiamo puntare a prendere anche un voto in più rispetto alla Lega». La linea guida del Cavaliere, affidata anche ai responsabili regionali del Pdl, tra Natale e Capodanno, è piuttosto semplice, forse un po’ scontata. Ma è il messaggio giusto - secondo il ragionamento del leader del centrodestra - per sedare gli animi pidiellini al Nord, che non nascondono il disappunto verso le concessioni al Senatùr. Un approccio conciliante, quindi, per evitare fratture e capitalizzare così anche i potenziali successi di Luca Zaia e Roberto Cota, nell’ottica della tenuta nazionale dell’intesa con il Carroccio.
Il premier sa bene, in ogni caso, che «i malumori locali ci sono», come ammette pure Alberto Giorgetti, coordinatore Pdl in Veneto, visto che «si tratta di un passaggio davvero importante». Anche se, aggiunge il sottosegretario, «il premier è motivatissimo, ci ha ribadito la massima fiducia, ricordando la priorità di nominare ministro Giancarlo Galan e garantendoci la sua presenza in campagna elettorale». Identica assicurazione, sull’impegno in prima persona, fornita ai dirigenti piemontesi, «compatti», a sentire Osvaldo Napoli, sul nome di Cota. Sarà comunque «una sfida all’ultimo voto, soprattutto in Veneto», pronostica il cuneese Guido Crosetto. Pronto a lavorare per la causa comune, con un’avvertenza: «Pure i candidati leghisti si ricordino di far parte di una coalizione e mi auguro non esibiscano poi fazzoletti verdi...».
Al di là della vittoria dell’intero centrodestra, la battaglia per la supremazia territoriale è lanciata. Ne è cosciente pure il capo del governo, che intanto studia le strategie da portare avanti. Due i filoni principali: puntare il dito contro il malgoverno e le spaccature del centrosinistra nelle regioni finora nelle loro mani («la giunta Bresso ha portato ad un deficit sanitario esorbitante, senza contare la questione Tav», rimarca ad esempio Napoli) e mettere in primo piano la politica economica. Riduzione delle tasse, qualora le entrate lo permettano. Di certo, un’azione mirata al popolo delle partite Iva e alle piccole e medie imprese, zoccolo duro produttivo del Veneto: aiuti e sgravi fiscali.

«Ricordiamo che non abbiamo mai messo le mani nelle tasche degli italiani, nonostante la crisi - è l’invito del Cavaliere - e verifichiamo se sia possibile tagliare le imposte».
Dalle Regionali alle riforme, su cui il premier insiste nella ricerca del dialogo. E per cui potrebbe convocare il Consiglio nazionale del Pdl, per tenere in quella sede un discorso di «alto profilo».

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