L’onorevole? Vive gratis Parola di ex deputato

Tessere. Corsie preferenziali. E ristorante con i camerieri in livrea. Non è niente male la vita del deputato, fra facilitazioni e privilegi a scandire con ritmo sontuoso il metronomo della quotidianità. È un’esistenza in discesa quella che racconta Roberto Poletti, giornalista infiltrato nella casta e poi acuminato autore di un reportage sul quotidiano Libero, trasformato in un libro dal titolo irriverente: Papponi di Stato. Ogni problema, quello che per il comune cittadino è un ostacolo faticoso, ha la soluzione. Nel senso che l’ipotesi migliore è già diventata realtà per la gioia di chi ha frequentato in precedenza Palazzo Madama e Montecitorio.
«La prima tessera da ritirare - spiega Poletti, eletto con i Verdi nel 2006 e deputato fino al 2008 - è quella con cui si vota in aula». Però, verrebbe da pensare, che rigore. Vero, ma quel documento è un passepartout per entrare nell’esclusivo club a cinque stelle. «La stessa tessera - prosegue Poletti - serve anche per mangiare e bere al ristorante di Montecitorio, al self-service, oppure alla buvette, il mitico ristorante extralusso dai prezzi di una trattoria di ultima classe. Il conto te lo scalano dallo stipendio, il trattamento riservato ai deputati è di 10 euro, ma il conto per le casse statali è di circa 90 euro a pranzo». Non basta: «La tesserina in questione serve anche per volare gratis, basta esibirla in qualunque biglietteria per fissare il volo senza sborsare un centesimo. Altrimenti c’è l’agenzia di viaggi interna al parlamento, che è anche più comoda». Sul biglietto, tanto per non farsi mancare niente, «è stampata anche la tariffa: Linate-Fiumicino andata e ritorno costa 625 euro». E’ il principio della solidarietà: 625 euro per le casse dello Stato, zero per il deputato. Altro che voli low cost: questo è un salasso. Quasi una ricerca scientifica delle tariffe più costose. Ma personalizzate: la lista d’attesa è un insulto.
La rete degli aiuti è un domino senza fine che proietta il parlamentare in un altro mondo. Un mondo in cui non ci sono più le code, i ritardi, i duelli per ottenere quel che non si riesce ad avere, i moduli rebus della burocrazia che ottenebrano anche i migliori cervelli. È già tutto predisposto, è già tutto organizzato, è già tutto risolto. Così se il deputato arriva all’ultimo minuto a Linate o a Fiumicino, non c’è problema: «A proposito di aeroporti, anche il parcheggio auto in appositi spazi è gratuito». Scendi dall’auto e sali sull’aereo. «Naturalmente anche il treno è gratis, e l’autostrada? Serve il tesserino Aiscat e la barra si alza senza pagare, volendo si può richiedere pure il telepass ...e lo puoi installare su qualsiasi automobile, anche quella della nonna».
La vita del parlamentare si svolge su una passatoia rossa. Prendiamo il capitolo abbigliamento: «C’è la sartoria che si offre di confezionarti l’abito su misura con lo sconto del 40 per cento, l’ottico invece ha pensato ad una riduzione del 30 per cento, l’associazione parlamentare delle nuove tecnologie garantisce uno sconto del 10 per cento su cellulari e palmari». Quello sì è uno sconticino col braccino corto.
Più morbidi i gradini per chi vuole scalare le lingue straniere: «Le lezioni sono private e individuali, con insegnante madrelingua, a qualunque orario e in qualunque luogo, anche a casa. Si può scegliere l’inglese, il francese, il tedesco, il russo e il giapponese». Tutto per otto euro l’ora. Un quinto, a spanne, di quel che il signor Rossi versa al docente di Milano o Roma.
E lo sport? Montecitorio è meglio di un villaggio olimpico. Un incrocio fra una polisportiva e un resort. «C’è la tessera Coni per andare gratis allo stadio». E poi ci sono le attività organizzate dal Circolo Montecitorio... un club di lusso. Campi di calcetto, golf, palestra, piscina, basket, tennis. Ristorante e club house». L’iscrizione? «Gratuita: gli ex deputati, invece, pagano la modica cifra di 24 euro al mese». Poveretti.

Ma vuoi mettere: «Non mancano i festini con una di quelle ballerine di lap-dance che si esibiscono dimenandosi intorno al palo. Dulcis in fundo, il corso di Pilates... che quando c’è da votare altroché se è importante». Il benessere prima di tutto: per il popolo, o meglio per i suoi rappresentanti.

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