L’opposizione? Ora a Roma si fa con le scritte

Il solito triste (e un po’ macabro) rituale. Scritte minatorie: lugubri, offensive, brutte. È il modo squallido di fare opposizione che sembra in voga nella Roma del Duemila. Ieri altri due episodi: un intero quartiere riempito di veleno allo spray e poi, tanto per gradire, sconciato anche un monumento dedicato ai partigiani ba Centocelle. L’episodio più grave in via Catania e dintorni, nei pressi di piazza Bologna. Qui scritte antisemite di ogni genere, svastiche e croci celtiche, anche contro il sindaco Gianni Alemanno, sono comparse su alcuni muri di palazzi e sulle serrande di alcuni negozi. Gli operatori dell’ufficio Decoro Urbano del Comune di Roma si sono subito messi al lavoro per rimuoverle dai muri. Perché alla beffa dell’offesa si aggiunga il danno di aver sprecato risorse pubbliche.
Il quartiere, dove risiede una numerosa e radicata comunità ebraica, «è paradossalmente frequentato da estremisti di destra» hanno spiegato dalla Sinagoga di via Padova, a poche centinaia di metri da piazza Bologna. Qui, nel Tempio e talmud-Torah «Beth-El», il presidio della polizia assicurato 24 ore al giorno ha impedito che anche questa strada divenisse scenario di scritte infamanti contro Israele e contro il primo cittadino della capitale, come è invece avvenuto nelle strade limitrofe. Da via Catania a corso Trieste, da via Michele Di Lando a viale delle Provincie, dove sui muri di palazzi campeggiano scritte come «Palestina Libera» e «Ebrei a morte», la bomboletta nera forse premuta dalla stessa mano ha lavorato sodo. In via Livorno, la parallela a via Di Lando, sulla recinzione che delimita i cantieri della Metro B1 si legge «Alemanno ratto ebreo» e ancora «ebrei assassini». Sempre lungo la stessa strada, sul muro del ristorante di cucina tipica ebraica «Oriental food kosher» campeggia la scritta «Juden Raus» ed una stella di David. «Ebrei assassini» si legge invece a via Stamira e ancora, poco più in là, «Hamas vince» seguito da una svastica. E poi tante scritte inneggianti ad Hamas.
Non sembrano sorpresi residenti e commercianti della zona: «Qui è un continuo, oggi le cancellano, domani le rifanno», dice il barbiere di via Michele Di Lando. Girando per le strade del quartiere è infatti molto facile imbattersi in scritte contro Israele già cancellate sui muri di negozi e palazzi. Ma c’è anche chi è più bellicoso: «Chi ha fatto queste scritte?» si chiede Angelo Moresco, ottico in via Catania. Che subito si dà una risposta: «Imbecilli e basta. Una cosa senza senso che in 40 anni che stiamo qui non era mai successa. Visto che sono tanto coraggiosi, le scritte me le venissero a fare di giorno, quando sono aperto». Scritte neofasciste e svastiche sono apparse invece la scorsa notte davanti al monumento ai partigiani eretto a piazza delle Camelie, nel quartiere Centocelle. A denunciare l’accaduto è stato Leonardo Rinaldi, vicepresidente del circolo Anpi del VII municipio. «Si leggono chiaramente un “Brigata regime fascista”, “Me ne frego”, corredati da due svastiche e un enorme croce celtica con dentro scritto “Duce” davanti al monumento». L’ufficio della Digos di Roma sta indagando per risalire agli autori delle scritte antisemite. L’analisi degli investigatori, tuttavia, è a tutto campo, e proprio per questo appare più complessa. Le matrice potrebbe infatti essere ideologicamente «trasversale». Ma non si esclude una spinta di tipo «emulativo», non marcatamente ideologizzata.


Amareggiatissimo il sindaco Alemanno: «È vergognoso che nella nostra città ci siano ancora degli sciacalli che cercano di speculare su tragedie immense come quella che sta accadendo in Medio Oriente». Subito si è messa in moto la «macchina» della solidarietà e della condanna da parte di tutti gli esponenti del mondo politico. Perdonerete se non ve ne daremo conto.

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