L’orrore giustizialista: criminalizzare la Chiesa

Lo sconcerto (prima di qualsiasi giudizio) per quanto accaduto nella cattedrale di Mechelen trova una chiave di lettura adeguata nella decisione della polizia belga di perquisire l’Arcivescovado obbligando i membri della Conferenza episcopale a una prigionia coatta di nove ore. Quando si giunge a perquisire, ossia a profanare una tomba, possiamo ben dire che il principio stesso di legittimità e di giustizia che ha generato quell’atto soffre di una malattia. Un virus ha attaccato l’idea stessa di giustizia. La reclusione dei vescovi del Belgio ne è la dimostrazione. E questo virus attacca anche tutti noi.
Qui l’orrore della pedofilia cede il passo a un altro orrore, completamente diverso: l’orrore della ragione che viene meno. Dal fatto che nella Chiesa siano stati commessi dei crimini si passa alla criminalizzazione della Chiesa stessa, dopo di che si invoca la sua collaborazione, sapendo che il principio su cui si può fondare la collaborazione è venuto meno e non esiste più, è morto.
Il nome di questo principio è: fiducia. Se muore la fiducia nessun principio di legalità potrà impedire alla nostra civiltà di essere distrutta, soffocata, annullata.
Nell’Amleto di Shakespeare il marcio della Danimarca si documenta attraverso segni strani, per esempio il fatto che la gente lavori durante la notte, incapace di abbandonarsi al sonno. «Il mondo è uscito dai cardini» dice il Principe Nero, e aggiunge amaramente: «E tocca a me rimetterlo a posto»: nessuno infatti sembra più voler guardare la realtà delle cose, ciascuno insegue il proprio delirio, ma proprio perciò la lucidità di Amleto è quanto mai sospetta.
Andare a scavare nelle tombe è un segno analogo. In quale giustizia potremo sperare quando si va a scavare nelle tombe dei cardinali per trovare documenti che un caminetto avrebbe potuto far sparire in pochi secondi?
Dopo lo scandalo e la confessione del vescovo di Bruges, reo di pedofilia continuata, la Chiesa belga ha nominato una commissione con il proposito di fare chiaro. Ma ormai è tardi, quello che è fatto è fatto, della Chiesa e delle sue commissioni non ci si può più fidare, occorre procedere.


Questo è il passaggio letale.
Qualcuno ha demeritato la fiducia, è vero. Ma quando la fiducia nell’uomo viene meno e prevalgono la disistima e il sospetto c’è da dubitare che la giustizia riesca ancora a fare il suo corso.

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