L’Ue sputtana l’Italia. Deputati Pdl assenti

Nel documento sulla libertà di informazione dell’Europarlamento si tira in ballo il nostro Paese. Pd e Idv festeggiano Assenti dall’aula ben 10 eurodeputati del centrodestra: se il Ppe fosse stato al completo, si sarebbe evitata la figuraccia

L’Ue sputtana l’Italia. Deputati Pdl assenti

Strasburgo - Non è il giorno del giudizio, anche perché già nel 2004 il Parlamento europeo condannò la politica dell’informazione di un’Italia a guida di Silvio Berlusconi e non accadde assolutamente nulla. Ma certo il voto che l’aula di Strasburgo è chiamata a dare oggi, a mezzogiorno in punto, ha riflessi che non si debbono sottovalutare. Visto che dietro le quinte si muovono interessi per niente marginali e che l’appuntamento è stato preceduto da diserzioni e voli vip, girandole di voci e velate minacce di non seguire gli ordini di scuderia - e cioè dei gruppi presenti all’Europarlamento - dettati da gruppi lobbistici che si vedono sotto attacco. Il tutto senza considerare il solito «contrordine compagni» che ha caratterizzato lunedì sera l’atteggiamento del Pd italiano, salito in massa nel capoluogo alsaziano per cercare di battere Berlusconi almeno in Europa, visto che a farlo in Italia pare abbiano rinunciato, almeno per ora.

È accaduto infatti che in apertura di sessione, si è deciso di unificare le mozioni presentate dalla sinistra (Socialisti, Verdi, Sinistra neocomunista, Liberali) in un unico testo per cercare di prevalere contro il documento messo a punto dai Popolari assieme al gruppo dei conservatori inglesi e a parecchi esponenti dell’Efd (al cui interno militano i leghisti).

In sede di dibattito a Bruxelles, due settimane orsono, proprio il Pd italiano pareva aver rinunciato alla battaglia contro Berlusconi: «L’Italia è una grande democrazia. Noi vogliamo solo una normativa europea per l’informazione» aveva tenuto a precisare il capogruppo del Pd Sassoli. Che lunedì ha invece ingranato la retromarcia: si torni pure a sparare sull’Italia e su Berlusconi. Una sua condanna val bene una giravolta, alla faccia di Napolitano che aveva esortato gli europarlamentari a non esportare i dissidi interni a danno del Paese.
«Continuiamo così. Facciamoci del male...», a quel punto il commento asprigno di Roberta Angelilli, vicepresidente dell’Europarlamento ed eletta nelle file del Pdl. Profetica. Visto che in realtà è proprio il centrodestra italiano che due sere fa si è azzoppato da solo.

Al voto in aula per una richiesta avanzata da Mario Mauro - e illustrata da un maltese - per eliminare dal titolo della mozione della sinistra ogni riferimento all’Italia e Berlusconi, mancavano infatti almeno una settantina di popolari, tra cui una decina del Pdl. Non hanno infatti votato Antoniozzi, Bartolozzi, Berlato, Cancian, Collino, Mastella, Rivellini, Salatto, Sartori e Tatarella, senza contare De Mita e Casini (questi ultimi due dell’Udc che però fanno parte del Ppe).
La loro presenza non avrebbe comportato un rovesciamento del voto (195 a favore, 231 i no e 9 gli astenuti), ma è un fatto che se tutti i Popolari fossero stati presenti - sono 265 - le cose sarebbero andate in modo diverso. Mastella ha spiegato che il suo mancato arrivo nei tempi previsti era dovuto al solito ritardo aereo. Altri erano nelle sue condizioni. Non così la dipietrista Sonia Alfano, che testimoni oculari hanno visto partire da Ciampino con un executive jet da Vip, proprio per arrivare a dare il suo contributo contro il governo italiano.

Ma la storia non finisce qui e non si esclude che oggi possa avere un finale a sorpresa. Perché nella sinistra, specie quella tedesca e inglese, non tutti sono convinti che - caso Italia a parte - si debba chiedere una indagine a tutto campo sulla proprietà dei media nel continente. Pare si sia mossa pesantemente in questi giorni la lobby che fa capo a Murdoch, già infastidita dei rapporti fattisi pesanti con l’amministrazione Obama negli Usa. Gli eletti Spd non digeriscono l’ipotesi che si possa ficcanasare nella proprietà di alcuni media ex-Ddr finiti nelle loro mani. E tra olandesi e finnici non mancherebbero analoghe perplessità.

Insomma è un voto, quello di oggi, per nulla scontato. Visto che se l’odio contro Berlusconi può unire, ci sono altre - inconfessabili - ragioni che possono spaccare la compagnia. Sulla carta poi, se i Popolari trovassero pieno appoggio dai conservatori britannici (Ecr) e dall’Efd potrebbero contare ancora sulla possibilità di bocciare la risoluzione, visto che assieme sommano 351 voti senza aggiungere tutti e 27 i non iscritti che sono seduti a destra. Di contro Socialisti, Verdi, Gue e Liberali raggiungono assieme 359 voti.

Ma occorrerà verificare la forza della diserzione, tanto a destra che a sinistra. Non dimenticando che al di là della possibile condanna dell’Italia in tema di libertà di stampa, in gioco c’è un possibile rimescolamento delle carte proprietarie dei media in tutto il continente.

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