L’ultima sfida: riaprire in Brianza l’università di don Verzè

Cesano Maderno (Milano) Metti un pomeriggio a Cesano Maderno con il premier Silvio Berlusconi. E nelle maestose sale di Palazzo Borromeo è subito apoteosi, con centinaia di persone che si spellano le mani per gli applausi, con decine di uomini e donne in fila per una foto col presidente: un’ora di visita accompagnato da don Luigi Verzè. L’occasione arriva perché il capo del governo ha in mente di riportare nella città brianzola la facoltà di filosofia del San Raffaele. Per tutti una bellissima sorpresa.
L’università a Cesano apre i battenti nel 2002. Il preside è Massimo Cacciari. Poi il sindaco di Venezia lascia per dedicarsi alla sua città. Alla politica: decide così. Gli subentra Ernesto Galli della Loggia. Una sede stupenda, una cornice affascinante per tutti, studenti e professori. All’inizio gli iscritti sono oltre ottanta: tutto fila a meraviglia. Poi le matricole calano e don Verzè ne prende atto a malincuore: «Troppo pochi quaranta iscritti per tenerla aperta». E così sia. La prima e unica università della Brianza alza bandiera bianca. Nel maggio 2009 il triennio della facoltà riprende la strada del ritorno: Milano, via Olgettina. Berlusconi ci pensa. Quella chiusura, a lui che vive in Brianza, tra Arcore e Macherio, non va davvero a genio. Così entra in azione. Chiama l’amico: «Don Verzè, andiamo a Cesano. Ho in mente una faccenda da risolvere». Risposta: «Va bene passami a prendere. Per cosa?». Il fondatore del San Raffaele intuisce. Partono.
Si diffonde la notizia. Cesano va in fibrillazione. Arrivano ammiratori e gente comune. Quelli che credono nel premier. Il sindaco Marina Romanò, leghista, dice a tutti: «Pazienza. Tra un’ora arriva». Sbaglia: non passano sessanta minuti, ne bastano dieci, e Silvio Berlusconi irrompe a Cesano circondato dalle guardie del corpo e si mette a guardare il palazzo seicentesco antica dimora dei Borromeo. È favoloso. «Eccomi - spiega - ero a casa. Ho detto che uscivo un momento a fumare una sigaretta e invece sono venuto da voi». Si ritira in una sala del Palazzo, confabula con don Luigi, chiede al sindaco. Vuole capire se è possibile riportare la facoltà a Cesano. Passa oltre un’ora, poi esce nel bagno di folla. Parla, saluta, scherza. A ogni frase è un applauso.
Per il ritorno dell’università dove si è laureata sua figlia Barbara, l’impresa non è facile. Eppure... Eppure il premier riuscirà nell’impresa. Potete scommetterci. Avete mai visto il Cavaliere rinunciare a quello che vuole per il bene di tutti? «Ora scusate, devo andare». Fosse facile.

Mezz’ora, ci vuole un’altra mezz’ora per raggiungere l’auto che lo riporta ad Arcore. Ogni passo una foto e un autografo. «Mi saluti tutti i ministri. Silvio sei grande», dice una donna di rosso vestita. Berlusconi fa di sì con la testa e torna nel suo quartier generale. Sono passate tre ore.

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