L’ultimo assalto del Pool: Berlusconi a giudizio per l’acquisto dei diritti tv

Il gup Paparella manda a processo anche Confalonieri e altri 9 manager e uomini d’affari. Bondi (Fi): «Copione già visto»

Gianluigi Nuzzi

da Milano

Frode fiscale, falso in bilancio e appropriazione indebita: con queste accuse il gup Fabio Paparella ha rinviato a giudizio a vario titolo Silvio Berlusconi, Fedele Confalonieri e altre 9 persone tra le quali l’avvocato inglese David Mills, l’uomo d’affari egiziano Farouk Agrama e il banchiere italo-svizzero Paolo Del Bue. L’inchiesta è quella sulla compravendita dei diritti televisivi e cinematografici per creare fondi neri. La prima udienza del processo si terrà il prossimo 21 novembre. Escono di scena, prosciolti per intervenuta prescrizione o condono, due manager accusati di aver gestito la contabilità occulta: Candia Camaggi, ex dirigente di Fininvest Service di Lugano, e Giorgio Vanoni, già funzionario del gruppo televisivo.
Al centro del processo fatture e compravendite pilotate, secondo la Procura, tra il 1998 e il 1999 e che avrebbero portato ai falsi in bilancio e alla frode fiscale. Appropriazione indebita per alcuni episodi del 1999 mentre diversi manager sono accusati di riciclaggio per aver gestito e reinvestito i presunti fondi neri. Prescrizione infine per gli episodi contestati dal ’94 al ’97 mentre rimangono in piedi le accuse per anni successivi.
Nessuna sorpresa per gli avvocati del leader dell’opposizione: «Era una decisione prevedibile - reagisce Niccolò Ghedini, difensore del Cavaliere - considerato quel che è sempre accaduto a Milano». Non solo. Ghedini accusa Paparella rilevando che durante tutta l’udienza preliminare sarebbero stati menomati i diritti della difesa. In particolare, il gup ha negato «in maniera sistematica - denuncia il legale - i testimoni che avrebbero dimostrato l’estraneità di Berlusconi».
La decisione scatena le polemiche. Forza Italia fa quadrato intorno al leader: «Assistiamo a un copione già visto - afferma Sandro Bondi, coordinatore degli azzurri -. Come nel 1996, anche oggi non ci si accontenta di aver conquistato il potere, ma l'obiettivo è quello di distruggere giudiziariamente il leader dell’opposizione e di disgregare così la Cdl. Ancora una volta il popolo della libertà è costretto a resistere e difendere i principi fondamentali della democrazia».
Sulla stessa linea è Elio Vito: «Ancora una volta, dopo le elezioni politiche - rincara il presidente dei deputati azzurri - con un centrodestra all'opposizione del governo ma maggioranza nel Paese, il leader di Forza Italia e della Cdl Silvio Berlusconi è sottoposto a puntuali iniziative giudiziarie». In Fi si vive questo rinvio a giudizio come «una morsa lenta ma a quanto pare inesorabile, manovrata da un certo tipo di magistratura», come spiega il deputato Piero Testoni.

«Contemporaneamente altri esponenti del centrodestra - aggiunge Vito - subiscono intercettazioni, indagini, procedimenti e richieste di arresto. Una serie di "sfortunate coincidenze" che dovrebbero preoccupare i moderati di questo Paese. Esistono ancora garantisti che rompano l’assordante silenzio?».

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