L’uomo dei compromessi: veste in stile tecnico ma col tocco romantico

FirenzeL’emozionante show di Corneliani in scena ieri sera a Firenze dimostra che ecologia può far rima con tecnologia sotto tutti i punti di vista. I modelli hanno sfilato in una specie di bosco ricostruito ad arte dentro la Stazione Leopolda con 280 sequoie tagliate dal Consorzio del Chianti, una fondazione che si occupa di rimboschimento ed equilibrio ambientale. Riciclabile oltre che fiabesco, l’allestimento era anche perfettamente in linea con lo spirito della collezione che per il prossimo inverno prevede un ritorno agli anni Ottanta nelle linee (spalle importanti e pantaloni fluidi senza piega stirata) enfatizzate da tessuti tridimensionali con un trattamento alle nanotecnologie che li rende antimacchia e idrorepellenti.
Come se questo non bastasse c’erano poi le maglie aromatizzate al tè verde e un certo non so che di rustico-chic. Dello stesso segno la strepitosa collezione di Isaia che rievoca il fascino della Cortina olimpica (prima cioè dell’invasione di tronisti e faccendieri nella perla delle Dolomiti) coniugando tessuti tecnici da alta montagna tipo l’Aqua Donegal oppure il nuovo 3-D Comfort con il tocco sartoriale partenopeo. Anche le scarpe realizzate su ordinazione nei negozi del brand napoletano, sono in tessuto e camoscio ma del tutto impermeabili e antigelo.
Del resto il trend più forte che emerge da questo 77º Pitti sembra proprio l’uso nascosto della tecnologia per una sorta di ecologia mentale dell’uomo moderno. Così Pirelli P Zero lancia il «vitello di gomma», ovvero l’esoscheletro di gomma oil free sul vitello pieno fiore della nuova sneaker Rubber Racer. Lo storico marchio del cinturato propone poi una giacca fatta con polveri ceramiche che la rendono interamente wind stop e il giaccone blu navy alla Corto Maltese in tecnogabardine stretch e asole gommate.
Pazzesca la Screen Jacket di Piquadro realizzata con un tessuto monobava generalmente impiegato in campo medicale per la filtrazione dei liquidi. Tutto questo farebbe pensare a un indumento degno di Avatar, ma in realtà stiamo parlando di qualcosa che sembra il classico giaccone imbottito pur garantendo l’assoluta termicità e la totale protezione dalle onde elettromagnetiche. In ogni caso sul fronte piumino la vera rivoluzione arriva una volta di più da Peuterey con la capsule collection in fresco di lana misto a nylon, in tecno fustagno oppure in panno impermeabilizzato. In poche parole i materiali con cui da sempre si fanno i cappotti diventano quell’indumento chiamato piumino che ha cambiato i connotati all’inverno in città.
Eppure il paltò continua ad avere un suo perché soprattutto se a farlo sono aziende con una grande tradizione sartoriale come Scuderi. I loro cappotti riescono a essere caldissimi pur essendo fatti in tessuto da giacca. L’elogio della leggerezza è uno dei tanti spunti vincenti della collezione di Brunello Cucinelli, imprenditore filosofo con un talento davvero speciale nel mettere l’anima in tutto quello che fa. Le sue giacche pesano 180 grammi, meno di una camicia, mentre i suoi piumini accostati al corpo sono così light che si possono indossare anche a fine agosto, quando l’estate scivola nella brutta stagione.


Le scarpe di Santoni parlano lo stesso linguaggio poetico eppure concreto: sembrano già usate perché consumate ad arte, ma sono soprattutto comode, bellissime, talmente chic che perfino Lord Brummel le troverebbe speciali.

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