L’uomo dei due «mondi» Osservatore nerazzurro e ora anche dt del Mantova

Roberto Boninsegna nato a Mantova, non ha mai giocato nel Mantova, ma alla «sua» Mantova in difficoltà ha deciso di dare una mano.
Perché scende in campo per la squadra della sua città?
«L’amo, l’ho profondamente nel cuore e qui ho allenato dal 2001 al 2005. Dopo il fallimento ora la squadra è in zona retrocessione nella Seconda Divisione e i dirigenti mi hanno chiesto una collaborazione tecnica. Che dò volentieri, ma senza contratto perché sono da anni legato all’Inter come osservatore».
Ma come farà a conciliare la funzione di osservatore nerazzurro e responsabile tecnico virgiliano?
«Durante la settimana seguirò allenamenti e amichevoli del Mantova e poi mi vedrò la partita registrata. Così come faccio con l’Inter che non posso seguire perché la domenica sono su altri campi».
Ma lei sabato era a Napoli.....
«C’era la riunione degli Inter Club campani e ci voleva un ex in rappresentanza».
C’era anche lei tra i nominativi che avrebbero potuto sostituire Ranieri. Lo sapeva?
«No, dai non scherziamo. Comunque, se me l’avessero chiesto, ci sarei andato di corsa sulla panchina nerazzurra, anche perché ho pur sempre un patentino di allenatore di prima categoria. Ho smesso di allenare proprio nel 2005 a Mantova, poi Facchetti mi ha voluto all’Inter come osservatore e da lì non mi sono più mosso».
Però ha visto l’Inter a Napoli. Che impressione ha avuto?
«Al San Paolo ci sta anche perdere per 1-0 contro una grande squadra come quella di Mazzarri. La palla gol l’ha avuta Pazzini, ma l’ha sbagliata e quando gira male non c’è niente da fare».
Ma come può l’Inter essersi ridotta così, con tutti quei campioni?
«Hanno infilato sette vittorie consecutive, derby compreso e poi si sono spenti non si capisce come e perché. Occorrerebbe infilare un altro filotto di vittorie per raggiungere il terzo posto che è pur sempre alla portata dei nerazzurri. Questi giocatori non possono essersi imbrocchiti da una stagione all’altra. Appena due anni vincevano tutto, tutto girava per il meglio. Certo, un anno di respiro ci può stare».
Qual è il male oscuro di questa Inter?
«Non saprei. So solo che all’andata per Napoli erano tutti allegri e sereni e regnava l’armonia. Al ritorno lasciamo perdere».
Non è che la squadra sia contro Ranieri?
«Tutt’altro, sono attaccati a Ranieri e fanno blocco. Dev’essere un problema di testa».
Rimedi per uscire da questa situazione?
«Bisognerebbe vivere lo spogliatoio giorno per giorno. Non saprei cosa fare perché io non ci sono dentro. È un momento così che deve essere assolutamente superato».
Anche la nazionale di Prandelli non se la passa troppo bene. Come l’ha vista?
«Male, decisamente male. Mancano attaccanti di peso che facciano da riferimento alla squadra. L’unico che ha queste caratteristiche è Matri, mentre Pazzini lo considero una seconda punta. I due però stanno bene insieme perché si completano. E non vedo altre coppie all’altezza di questi due.

Fortunatamente abbiamo una difesa forte, ma non basta se l’attacco non gira a dovere».
Quale il suo pronostico sugli Europei?
«Non è positivo. La mia paura è che finisca come in Sudafrica dove ci siamo classificati quasi ultimi su 32 partecipanti».

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