L'albero che racconta Anna Frank ai bambini

Un libro illustrato racconta ai bambini dai 9 anni in su la storia di Anna Frank vista da un grande ippocastano, testimone di quei drammatici momenti

È morta nei giorni scorsi Miep Gies, una donna olandese arrivata alle soglie dei cent'anni di vita più nota per essere colei che ha tenuto nascosta nella propria abitazione Anna Frank, la ragazzina ebrea che poi finì comunque nelle mani dei nazisti e fu deportata nel campo di concentramento di Bergen Belsen dove morì. A Miep Gies si deve la conservazione dei diari dell'amica Anna Frank che, una volta ufficializzata e accertata la morte della piccola ebrea, ebbero grandissima diffusione e divennero l'emblema della terribile persecuzione cui furono sottoposti tutti coloro che appartenevano alla razza ebraica.
Oggi, quei diari tornano di attualità per la recente scomparsa della 99enne Miep Gies, ma soprattutto perché mercoledì 27 ricorre la giornata della Memoria che ricorda le terribili sofferenze legate all'Olocausto che ha rappresentato e continua a rappresentare uno dei momenti più bui della storia dell'umanità. In occasione di questa drammatica ricorrenza la casa editrice romana Orecchio acerbo ha pubblicato «L'albero di Anne» (pp. 36, a colori, illustrato, 14 euro) e diretto ai bambini dai 9 anni in su per raccontare attraverso una sorta di fiaba cosa significò la persecuzione degli ebrei e cosa rappresentò socialmente e umanamente.
È un albero, un longevo ippocastano, a raccontare e raccontarsi. Lui che aveva conosciuto Anna Frank, lui che aveva vissuto da vicino, come testimone diretto quei drammatici momenti e quei mesi di dolorosa prostrazione. È sempre lui a rievocare quella bambina china sul suo scrittoio dove appuntava sensazioni e angosce legate a quei terribili e tremendi momenti. È sempre l'ippocastano a ricordarne il sorriso, a rievocarne il carattere ed è sempre lui a piangere le lacrime del mondo nel giorno in cui quell'innocente bambina venne rapita e trasportata in uno dei lager più duri che consolidarono le sofferenze di una razza che ancora oggi reclama, a buon titolo, giustizia per ciò che è stata costretta vigliaccamente a subire sulla propria pelle.


Quella di Orecchio acerbo non è insomma nient'altro che il tentativo di dar voce ad una delle figure più tenere, il prototipo dell'albero sotto casa, per raccontare una delle storie più tristi, più drammatiche, più angoscianti nell'ottica però di una prospettiva che costruisca nel presente e nel futuro dei ragazzi di oggi e degli adulti di domani la convinzione che uno scempio tanto grande non debba più ripetersi. Il volume, scritto da Irène Cohen-Janca e illustrato da Maurizio Quarello, è accompagnato da una mostra aperta a Roma alla Biblioteca europea fino a sabato 30 gennaio.

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