L'Ambasciata italiana di Parigi celebra Cappellini

Serata in onore di Cappellini all'Ambasciata italiana di Parigi in occazione della settimana del design che proseguirà a Milano. Centinai di invitati per celebrare lo storico marchio italiano

L'Ambasciata italiana di Parigi celebra Cappellini

Alla presenza dell'ambasciatore italiano a Parigi, Giovanni Caracciolo di Vietri, Giulio Cappellini, a guida della storica azienda che porta il suo nome e fondata da Enrico Cappellini nel 1946, nella magnifica cornice settecentesca dell'Ambasciata Italiana di Rue de Varenne 47, il noto imprenditore e artista ha voluto in occasione della settimana del design parigino presentare i nuovi progetti creati da designers internazionali e spiegare agli illustri invitati i flighshipstore nel 7° arrondissement di Parigi al n.242 bis di Boulevard Saint-Germain.

Il vasto e ben articolato spazio ospita i nomi più famosi del design su due piani. Come nei diversi showroom Cappellini nel mondo anche in questo caso, un colore è dominante: a Parigi è il porpora a fare da sfondo alle tante creazioni esposte. A New York è il rosso, a Miami il fucsia, a Milano il giallo. A disegnare lo spazio, Cappellini si è ispirato agli atelier parigini degli anni Trenta. Il 20 settembre Cappellini sarà a Londra a magnificare i suoi capolavori e il 21 a Milano al nuovo showroom dove per l'occasione verrà allestita una mostra "Homage to Shiro" dedicata alla produzione di Shiro Kuramata dove verrà presentata la riedizione di un progetto di questo genio del design fino al 24 settenbre.

Questa emozionante mostra milanese in via Santa Cecilia 4, comprende prototipi, disegni, Revolving Cabinet, Homage to Mondrian, riproduzioni di disegni rarissimi, la riedizione della cassettiera Dinah 80, l'artista ormai quotato in asta è considerato un mostro sacro del design. In autentico teatrino siciliano, Giulio Cappellini ha saputo illustrare con eleganza e maestria la storia della sua azienda e degli artisti con i quali ha lavorato, da noti design ad archistars senza tralasciare nuove scoperte, in nome di una passione che coltivava fin da ragazzo: "Qualche cosa l'ho disegnata anch'io, ma robetta e allora ho pensato che era meglio farla realizzare ad altri più bravi che sposassero il mio pensiero: sono nati rapporti d'amicizia e di lavoro...", ha detto capitan Giulio.

I filmati dei pezzi sono sfilati l'uno dopo l'altro con commenti spesso ironici davanti a Gisella Borioli, fondatrice di Superstudio, lo scultore Flavio Lucchini, la direttrice di periodici Grazia Vanni....ma anche design come Erwan Bouroller, Christophe Pillet, Sasha Nordmeyer, Raphael Navot (che sta lavorando con David Lynch ad un nuovo locale parigino), Patrick Norguet, Noe Duchauffout-Lawrance, Christian Ghion e numerosi giornalisti del settore.

Cappellini, fiore all'occhiello del design italiano, in trent'anni di carriera ha scoperto e inventato artisti, sostenendoli e portandoli al massimo del successo. "Ci crodo e lo faccio con il cuore ha detto a Parigi; vorrei qualche artista francese in più nel mio catalogo amo essere stupito!". Dopo la "Cappellini Dreams" è seguita la "Cupnight" al Club Raspoutine, uno dei locali più in voga di Parigi.

Il catalogo di 500 pagine di grande formato, dal titolo "This is not a catalogue...this is a Story", scritto in corsivo a penna di suo pugno. L'introduzione è di Augusto Wagner: "Ogni uomo ha diritto di essere ciò che vuole fino a quando non smette di cambiare". Una frase ironica molto ben approppriata alla personalità di Cappellini. Nella seconda pagina del catalogo che riporta sulla copertina disegni di bambini ("ho anch'io dei figli e se c'è una cosa bella è immaginare come si vede il mondo con i loro occhi di 4 o 5 anni e gli oggetti che li circondano" ha detto patron Giulio), su sfondo rosso una frase di Mies Van Der Rhoe: "Tutti i materiali, non importa se naturali o artificiali possiedono proprietà specifiche che è necessario conoscere per poterli utilizzare. Nuovi materilai, nonché nuovi sistemi produttivi di per sé non garantiscono nessuna superiorità".

Determinante è il giusto rapporto con essi, ogni materiale vale infatti solo per quel che se ne ricava.

Gli omaggi a Proust, Pucci, Mondrian...e soprattutto quella poltrona di Mendini fanno la storia di questo grande marchio italiano, lombardo per l'esattezza. La sede è a Meda.

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