Lambro, Formigoni manda 2600 guardie ecologiche

Domenica cominceranno a lavorare in 150, obbiettivo: rimuovere gli ostacoli che bloccano i mezzi di bonifica. Oggi l’intervento sperimentale dell’Arpa: aggredire gli idrocarburi con enzimi per renderli biodegradabili. Boni: "La Protezione civile è arrivata tardi, i drammi del Nord sottovalutati"

L’onda nera del Lambro sembra inarrestabile e più gli olii combustibili avanzano nel Po più diventa difficile fermarli a causa dell’allargamento del letto del fiume. Ma lungo gli argini si lavora 24 ore su 24. A breve entreranno in azione anche le 2.650 guardie ecologiche volontarie della Regione Lombardia. Domenica cominceranno a lavorare i primi 150 uomini: sarà loro compito ripulire le sponde del fiume dai rifiuti e rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono l’intervento dei mezzi di bonifica. Il presidente della Regione, Roberto Formigoni, che ha mobilitato le squadre di volontari, ha un’ambizione: «Rendere il Lambro limpido e trasparente entro il 2015, anno di Expo». Un obbiettivo che al momento sembra quasi impossibile da raggiungere, a giudicare dall’enormità del danno. Ma non ci si arrende. È ormai scongiurato il rischio di bloccare il depuratore di Monza, che ha trattenuto il 70 per cento degli olii fuoriusciti dalle cisterne. Funzionerà a regime ridotto evitando di scaricare direttamente nel fiume le fognature di 800mila cittadini. Oggi Arpa Lombardia e la Province di Milano e Monza Brianza, realizzeranno un intervento sperimentale: aggrediranno con enzimi gli idrocarburi sversati nel Lambro per ridurli a materiale biodegradabile.
Formigoni torna a chiedere lo stato di emergenza. Per ottenerlo bisognerà aspettare un po’. Il Consiglio dei ministro si riunirà lunedì per discuterne. «L’unica grande assente in questa vicenda - accusa l’assessore lombardo al Territorio Davide Boni - è stata la Protezione civile nazionale che, in un primo momento, ha ignorato quanto stava avvenendo nella nostra regione ed è intervenuta tardi. I drammi che avvengono al Nord vengono sottovalutati auspicando che i lombardi se la sbrighino da soli». Ieri intanto a Piacenza è stata fondata l’unità di crisi, presente Guido Bertolaso.
La Procura di Monza ha iniziato le indagini per scovare gli ecoterroristi e sembra che dietro al sabotaggio si nasconda una brutta storia di interessi economici e speculativi. Al momento l’unica certezza è la natura dolosa del disastro ambientale: qualcuno ha volutamente manomesso le cisterne dell’ex raffineria Lombarda Petroli di Villasanta. L’assessore Boni e il presidente della Provincia Guido Podestà avevano azzardato delle ipotesi, mettendo in guardia gli eventuali furbetti che speravano di ottenere delle agevolazioni urbanistiche su quei terreni. «Non è escluso - aveva detto Podestà - che sull’area si ponga un vincolo perenne». Sul terreno, proprio a ridosso delle cisterne, è già stata costruita la prima parte del progetto di Ecocity, una cittadella ecosostenibile con aziende, case, parchi e scuole che sarà pronta tra una decina di anni.

L’amministratore delegato della società, Giosuè Addamiano, a un passo dalla firma per l’acquisto del terreno dove ora sorge la Lombarda Petroli, mette le mani avanti e accusa: «Qualcuno ha voluto fare del male al nostro progetto».

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